“Marijuana libera”. Nei primi anni Settanta a sostenerlo,
oltre ai radicali – da sempre a favore della legalizzazione- erano solo i
gruppi di estrema sinistra e…Milton Friedman. Il suo era un semplice
ragionamento economico. Il costo del proibizionismo (in termini di uso della
polizia, corruzione, e imposte mancate) era troppo elevato rispetto ai
benefici. A quell’epoca era a favore della legalizzazione, e quindi il
presidente Nixon decise di lanciare la “guerra alle droghe.” Fu un altro
Vietnam. Più di quaranta anni dopo possiamo dire che anche questa guerra è
stata persa. Non solo dal punto di vista militare, ma anche da quello
ideologico. Il 54 per cento dei cittadini americani oggi si dice a favore della
legalizzazione della marijuana. Due Stati (Colorado e Washington) l’hanno già
legalizzate ed altri tre potrebbero farlo il prossimo mese con un referendum.
Nel frattempo 23 Stati hanno legalizzato la marijuana per uso medico, una
proposta che incontra il sostegno del 70 per cento degli americani. Perfino il
“New York Times” a luglio si è dichiarato a favore della legalizzazione. Proprio Dalle Pagine de “l’Espresso” Umberto Veronesi ha ripreso in Italia la campagna
anti-proibizionista, ricevendo moltissime critiche. Al di là delle opposizione
di principio, molti si preoccupano
giustamente che la legalizzazione aumenti il consumo di cannabis da parte degli
adolescenti. La legalizzazione toglie una sanzione anche sociale al consumo di
marijuana e tende ad abbassare i prezzi,
rendendo più accessibili la droga anche agli strati della popolazione con meno
solfi (come gli adolescenti). Se effettivamente la legalizzazione portasse a
un’esplosione dei consumi tra gli adolescenti, i proibizionisti avrebbero dei
buoni motivi. Come è possibile dirimere questa controversi? Fortunatamente uno
studio recente (“Medical Marijuana Laws and Teen Marijuana Use”, di Andersen e
altri) analizza l’effetto della legalizzazione della marijuana per uso medico
in 11 Stati americani. Grazie al Centro per il Controllo e la Prevenzione delle
Malattie, che conduce un sondaggio biennale sulle abitudini dei giovani, questo
studio ha a disposizione informazioni sul consumo di stupefacenti di un ampio
campione di adolescenti. (…) Come è possibile che una legalizzazione che riduce
i prezzi, non faccia aumentare il consumo dei giovani? La risposta è molto
semplice. Se la marijuana è proibita, ci sarà un fiorente mercato nero. Quando
la marijuana viene legalizzata, il mercato nero sparisce. E quindi diventa più difficile
per un adolescente procurarsi questa droga. Dimostra l’inesistenza di un
rischio per gli adolescenti, il ragionamento di Milton Friedman a favore della
legalizzazione diventa irresistibile. Secondo alcune stime il costo fiscale per
l’Italia della mancata legalizzazione della marijuana è pari a più di sei
miliardi l’anno. Per non dire che la legalizzazione ridurrebbe la popolazione
carceraria del 40 per cento e il numero di processi del 25 per cento. Con il
maggior tempo a disposizione, i nostri giudici potrebbero occuparsi dei reati
più gravi e raggiungere le condanne. Ma forse è proprio questo che alcuni
oppositori della legalizzazione temono: che comincino ad andare in galera i
criminali veri.
Luigi Zingales – Libero mercato – L’Espresso 2014 -
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