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giovedì 23 ottobre 2014

Lo Sapevate Che: Lavatrici, bugie e anidride carbonica...



Quanto pesano gli oggetti che usiamo di più Il telefonino tra i 140 e i 250 grammi. Un paio di jeans dai 400 ai 600 grammi. Il triplo circa un computer dell’ultima generazione. Quello che la bilancia non pesa sono le materie prime per produrle queste merci, né le energia per trasportarle sui mercati. Per un solo cellulare ad esempio, dalle miniere alla fabbrica al negozio, si sono sfruttati circa 70 chili di risorse. I jeans, poiché il cotone beve molta acqua, in realtà pesano 35 chili. E dietro ogni comouter “c’è un’intensità materiale”, spiega Friedrich Schmidt-Bleek, chimico, tra i fondatori del prestigioso Istituto di Wuppertal per il Clima e l’Ecologia: “Da farlo pesare una decina di tonnellate”. Gli oggetti cambiano subito volto, e peso, se li infiliamo in quello che Friedrich Schmidt-Bleek chiama “il loro zainetto ecologico”, ovvero la somma delle risorse necessarie per produrli. “L’anello che porta al dito”, dice: “Ha un peso ecologico di un paio di tonnellate”. Perché ogni grammo d’oro si tira dietro mezza tonnellata di fonti primarie. E un chilo di alluminio “uno zainetto” da 85 chili. Cosa ce ne facciamo di questi pesi ecologici? Secondo il chimico tedesco ci servono per capire quanto la nostra politica ambientale sia piena di “Bugie verdi”. Questo è infatti il titolo di un libro con cui Schmidt-Bleek intende smascherare le nostre illusioni, come quella dell’auto elettrica. O degli elettrodomestici con la A+++. Quanto rame c’è, ad esempio, in un motore elettrico da 50 kW, (la Smart Eletric ne ha uno da 55 Kw. La Prius Toyota da 73 kW)? Secondo i dati dell’istituto Wuppertal, per ogni chilo di rame ne occorrono dai 350 ai 550 di materie prime. “Ogni auto elettrica ha quindi alle spalle una zavorra di 8 tonnellate”, spiega Schimdt Bleek, quanto basta a neutralizzare il risparmio in carburante per 200 mila km. Insomma, sostiene il chimico: le auto elettriche sono green solo per quanto riguarda le emissioni di CO2; non lo sono se valutiamo l’impatto dell’estrazione di rame o litio. Stessa brutta sorpresa per il bilancio ecologico dei nuovi elettrodomestici. “Ai clienti si danno informazioni sul loro consumo energetico”, spiega Schmidt Bleek: “Ma nessuna sulla quantità di risorse per produrli”. Con questo, lo studioso intende sottolineare la miopia che caratterizza tanta politica verde: “Guardiamo solo alle emissioni di CO2. mai alla ricaduta che le materie nei processi produttivi hanno sull’ecosfera”. Per questo c’è bisogno di diminuire il consumo quotidiano di risorse. Giornalmente ogni americano ne brucia 75 chili al giorno; ogni europeo 40 kg.
Stefano Vastano – Ecoletture – L’Espresso 2 ottobre 2014

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