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domenica 19 ottobre 2014

Lo Sapevate Che: Amal e George sposi una mission umanitaria per due...



Sono stata anni fa una giornalista da matrimoni: anche da funerali (terribili quelli alle vittime del terrorismo, gelido quello al golpista Junio Valerio Borghese a Cadice), ma la mia specialità era raccontare la festosità, la commozione, la volgarità, la solennità di certi matrimoni che di volta in volta venivano definiti “del secolo”. Certi proprio me li ricorderò per sempre. Il primo nel 1961 (e sì, sono proprio vecchietta) fu quello della più giovane figlia di Benito Mussolini, Anna Maria, che sposava un presentatore televisivo, Nando Pucci, a Ravenna, nella meravigliosa Sant’Apollinare in Classe. La folla di nostalgici era immensa, fotografi e giornalisti si erano arrampicati sull’altare, la sposa era nascosta dentro una massa di veli bianchi, lo sposo spaventato. Non mancò quella volta il saluto romano. Pochi anni dopo, nel 1964, fui spedita ad Atene, al matrimonio di re Costantino di Grecia con la giovanissima principessa Anna Maria di Danimarca: una bella coppia che pareva innamorata, il sontuoso rito ortodosso, un popolo in festa, che 10anni dopo avrebbe esiliato re e regina. A Londra, nel 1981, il matrimonio più fiabesco, regale e disgraziato, quello del principe Carlo erede al trono con una principessa da sogno, giovanissima, bellissima, timida, di grande nobiltà, innamorata, sicuramente vergine come pretendeva il protocollo reale: Diana, che in quel momento non sapeva di essere destinata all’infelicità e a una morte precoce. Mi avevano assegnato, come giornalista, un posto scomodissimo, da cui avrei visto soltanto passare centinaia di militari in divisa vistosa, carrozze chiuse e il cocchio dorato con la sposta. Se volevo seguire la solenne cerimonia, lungo le strade e dentro la cattedrale di Saint Paul, non potevo far altro che, come milioni di persone nel mondo, guardarla in tv. Ricordo il viso serio e chiuso del principe Carlo (non sapevamo allora che aveva passato la notte precedente col suo vero amore, Camilla, che dopo l’amaro divorzio e la terribile morte di Diana lui avrebbe finalmente sposato). Ricordo volto radioso della Regina per quel matrimonio apparentemente perfetto e che poi avrebbe rischiato di rovinare la monarchia, e l’immagine commovente di una Diana innocente e felice dentro il suo abito bianco eccessivamente pomposo. Nessuno dei matrimoni che dovevo raccontare fu divertente come quello di Pippo Baudo e Katia Ricciarelli a Militello in Val di Catania: era l’84, gli sposi, non giovanissimi, inaugurarono la serie delle nozze da spettacolo, lì tra due celebrità lirico-televisive. Nozze di paese, nozze siciliane, con una quantità di pelliccione vistose e di enormi borse di coccodrillo. Anche questo andò litigiosamente in fumo, del resto non s’era capito perché i due avevano deciso di diventare moglie e marito. Purtroppo ho perso il più recente “matrimonio del secolo”, ovviamente quello tra George Clooney e una donna importante che più bella non si può. Di quell’attore e regista intelligente, affascinante, impegnato, maturo si è continuato a dire che le donne non erano la sua passione, anche quando si mise con la nostra Elisabetta Canalis, attrice e show girl che a noi pareva carinissima, ma che come tutte le altre fidanzate (durata, due anni) veniva regolarmente piantata. La nuova, seconda signora Clooney è davvera speciale, tanto che tutte le donne che con la fantasia aspiravano a George si sono subito rassegnate, essendo Amal Alamuddin del tutto imbattibile. Bellissima, molto elegante anche con le firme più note, anglo-libanese, padre druso e mamma musulmana sunnita, celebre avvocato sia in Inghilterra che negli Usa, specialista in diritti civili ed estradizioni, ha difeso tra i tanti Assange, fondatore di WikiLeaks, e l’ex primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko. Divide quindi col marito impegno politico e azioni umanitarie. Sarebbe la perfetta first lady di un prossimo presidente. E pare che sia questa l’ambizione politica dell’ultrademocratico Clooney. Siamo stati sommersi dalle immagini dei loro giorni veneziani, ma restano segretissime quelle del matrimonio civile officiato da Walter Veltroni e comprate in esclusiva da Vogue America, che ha assicurato una forte cifra in beneficenza. Forse anche tutti quei capi firmati, dagli abiti agli occhiali, sono stati scelti in cambio di denaro per le organizzazioni umanitarie.
Natalia Aspesi – Donna di Repubblica – 18 ottobre 2014 -

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