Non avranno i nostri pesanti vocabolari, né i volumi di
grammatica, ma un linguaggio gli animali ce l’hanno, il gracchiare delle rane,
il cinguettio degli uccelli, i cati delle balene o gli ululati dei lupi infatti
sono frasi messe insieme con un processo statistico più complesso di quanto
creduto finora. E’ quanto sostiene uno studio pubblicato su “Proceedings of the
Royal Society B”, in cui i ricercatori hanno analizzato le vocalizzazioni di
sette specie tra uccelli e mammiferi (come capinere, pipistrelli, oranghi e
balene). Finora i naturalisti credevano che i suoni degli animali (un po’ come
a dire, la loro grammatica) seguissero un modello probabilistico noto come
processo di Markov, in virtù del quale l’emissione di una vocalizzazione
dipende da quella emessa prima. L’analisi condotta dai ricercatori sul
linguaggio di uccelli e mammiferi ha però mostrato che questi animali emettono
suoni secondo modelli più complessi e meno restrittivi di quelli descritti
finora, in modo simile, per certi versi, a quello umano, in cui le regole
grammaticali si applicano a prescindere dal contesto.
Anna Lisa Bonfranceschi – Scienze&Tecnologia – L’Espresso
– 2 ottobre 2014 -
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