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mercoledì 29 ottobre 2014

Lo Sapevate Che: Quando la politica è una disgrazia....

Rifletto sul nome di questa rubrica, da quando l’ho ereditata da Giorgio Bocca. Antitaliano non significa “opposto all’Italia” e non significa nemmeno raccontare ciò che in Italia non funziona, ciò che appunto è anti italiano. Ma piuttosto è un modo, il mio, di raccontare quel che accade qui e soprattutto altrove, per comprendere come ciò che non sembra italiano invece ci riguarda, finisce per toccarci e per condizionare le nostre vite. Raccontare cose lontane che possano innescare una riflessione. Che possano far capire quanto nel mondo no vi siano società a compartimenti stagni, come tutto sia realmente in comunicazione. Mi interessa ragionare su un evento macroscopico  accaduto altrove, che può svelare qualcosa di familiare per noi ma che talvolta non riusciamo a percepire nella sua immediatezza. I programmi politici sono il risultato, sempre, di compromessi. E il compromesso principale riguarda il calcolo degli interessi elettorali. Poco importa quali siano le opinioni personali del leader del partito o della coalizione, tutto deve rispondere a una logica di costi e benefici. I costi spesso ricadono sulla società e i benefici vanno al partito che ha saputo meglio degli altri intercettare i condizionamenti del momento. Una Buona Osservazione potrebbe essere questa: se un partito o una coalizione subisce dei condizionamenti, ci sarà sicuramente una base di riferimento, ci saranno degli elettori che dettano la linea. Vero, ma quanta parte di responsabilità ha la politica nel non proporre un cambio di rotta quando lo ritiene necessario, giusto e perfino in continuità con la propria storia? Il 22 settembre una donna di 32 anni, Elizangela Barbosa, al quinto mese di gravidanza, muore a Niteròi in Brasile in seguito a un aborto clandestino. Aveva tre figli. Poche settimane prima Jandira  Magdalena Dos Santos viene ritrovata morta a Rio de Janeiro in una macchina. Il corpo bruciato e mutilato. Deceduta in seguito in un aborto clandestino e aveva due figli. Solo qualche giorno dopo, il 5 ottobre, si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile e nessuno dei tre candidati ha mostrato alcuna apertura su un tema tanto sensibile come la legalizzazione dell’aborto. In Brasile l’aborto è consentito solo se la gravidanza è conseguenza di uno stupro o se la madre rischia, portandola avanti, la propria vita. N tutti gli altri casi si ricorre all’aborto clandestino, pratica cui pare si sottoponga una donna su cinque sotto i quarant’anni. Ogni anno il numero di aborti clandestini può variare tra i seicentomila e gli ottocentomila e secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ogni due giorni una donna muore per essersi sottoposta ad aborto illegale. Che Contraddizione incredibile vive il Brasile! Secondo la stampa locale, nel corso di qualche anno, gli evangelici sono passati dal 15 al 22 per cento della popolazione, un elettorato da tenere in conto. E gli evangelici sono i più strenui oppositori della legalizzazione dell’aborto.  A ciò si aggiunge che, secondo un’indagine dell’istituto Ibope, il 79 per cento dei brasiliani, a prescindere dalla fede religiosa, è contrario alla legalizzazione dell’aborto. Quindi, senza attendere alcuna statistica ufficiale, potremmo dire che anche chi si sottopone ad aborto clandestino è stato, o ancora è, ufficialmente contrario alla legalizzazione dell’aborto. In un contesto tanto complesso, compito della politica è essere faro, forzare la mano anche a costo di perdere voti. Essere guida. Il calcolo elettorale di fronte a un dramma di queste dimensioni è disumano. Il 26 ottobre ci sarà il ballottaggio che deciderà il prossimo presidente del Brasile. Dilma Rousseff e Aécio Neves si contenderanno i voti dell’evangelica Marina Silva, quindi è assolutamente scontato che di legalizzazione dell’aborto non si farà parola, anzi, si eviterà qualunque dibattito possa compromettere il risultato delle elezioni. Intanto altre Elizangela e Jandira Magdalena moriranno perché decideranno di sottoporsi ad aborto clandestino, perché magari in famiglia non esistono le condizioni economiche per portare avanti l’ennesima gravidanza. Quando la politica non è progresso, è disgrazia.
Roberto Saviano – L’antitaliano – L’Espresso – 30 ottobre 2014 

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