Un italiano su tre
dorme poco e male.(..) . Le più esposte sono le donne, e la fase più delicata è
quella della menopausa e dopo i 65 anni. Negli uomini invece un primo picco di
comparsa del fenomeno si ha in età giovanile, tra i 24 e i 34 anni, e il
secondo negli over-65. Con l’avanzare dell’età generalmente si assiste a una
riduzione della percentuale di sonno profondo, quello che davvero rilassa
l’organismo, con un aumento della fase Rem, quella in cui si sogna. Per questo
quando si hanno i capelli bianchi ci si sveglia di più e si percepisce un sogno
poco riposante. In tutto si contrano quattro milioni di insonni cronici in
Italia e oltre 2,5 milioni di questi usano farmaci ipnotici da oltre un anno.
Gli specialisti non demonizzano le benzodiazepine, che hanno un loro ruolo
importante soprattutto nei casi di insonnia grave, ma sottolineano che questi
medicinali hanno tra i loro effetti collaterali proprio la riduzione del sonno
profondo, cioè quello più importante ai fini della “ricarica” del cervello. La
pillola per dormire è spesso un rimedio fai-da-te, che sfugge al controllo
medico e si protrae per tempi eccessivi. Anche perché a scegliere la chimica
per assicurarsi un buon riposo sono in tanti: l’ultimo rapporto dell’Osservatorio
sull’impiego dei medicinali dell’Alfa mostra come ogni giorno 29 italiani su
mille facciano ricorso agli ansiolitici, più di venti su mille a ipnotici e
sedativi. Gli antidepressivi, alcuni dei quali possono essere usati per
favorire il sonno, sono la scelta di quasi 40 italiani su mille. Tutto questo
impasticcarsi è costato nel 2013: 379,7 milioni di euro per le sole
benzodiazepine, cui si devono aggiungere 124,9 milioni per ipnotici e sedativi,
48,8 per gli analoghi delle benziodiazepine e parte dei 286,60 milioni che
vanno a pagare gli antidepressivi.
Elisa Nanacorda e
Federico Mereta – Ho un sonno da impazzire – Scienze –
L’Espresso – 16 ottobre
– 2014 -
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