Cosa disse Gramsci
sui Rolling Stones
Celebrato il centenario
dello storico primo concerto di Mick Jagger si era esibito alla Fontana di
Trevi (ma Pio X era contrario), Anche allora molti vip fra il pubblico: la
Duse, D’Annunzio e Giulio Andreotti
A cent’anni dal loro primo concerto romano (che si tenne a
Fontana di Trevi nel giugno del 1924 nonostante la ferma opposizione di papa
Pio X), i Rolling Stones hanno voluto concedere un grandioso bis al Circo
Massimo. La scena rock, nel frattempo, è profondamente cambiata.
Il Sound L’amplificazione del suono, quando
gli Stones esordivano, era affidata al passaparola: gli spettatori delle prime
file, alla fine di ogni strofa, si voltavano per ricantarla a quelli delle
seconde file, e così via fino a che anche il pubblico più distante aveva potuto
ascoltare per intero il brano. La procedura era un po’ macchinosa e i concerti
duravano due o tre giorni. Molto diversi anche gli strumenti: Keit Richards
suonava una Fender Protocaster, con corde di canapa e cassa ricavata da una
cappelliera; Charlie Watts si presentò in scena con quella che è considerata la
prima batteria della storia, una bilancia stadera con uno dei due piatti di
metallo sostituito da un tamburello: Ronnie Wood non suonava nulla perché due
strumenti, per il gusto di allora facevano già troppo fracasso, e aspettava i
colleghi in camerino facendo le parole crociate.
L’Ordine Pubblico Le cronache dell’epoca riportano
incidenti tra interventisti e neutralisti, entrambi convinti che Street
Fightin’ Man fosse dedicata alla loro causa. Imputabile all’atmosfera
prebellica anche il lancio contro le prime file di grosse scatole di latta (le
lattine non erano ancora state inventate) per protestare contro alpini e
bersaglieri, i cui copricapo piumati impedivano la vista a chi stava dietro.
Affari d’oro per gli scrivani, incaricati di tracciare scritte sulle canottiere
bianche, dando vita alle prime t-shirt della storia moderna: “Abbasso gli
austriaci”, “No alla tubercolosi” e “Rosina sposami” gli slogan più frequenti.
(…)
La Tribuna Vip Oltre al primo ministro Salandra e a
un paio di esponenti della famiglia Savoia, presenti per errore (erano diretti
a un concerto di Caruso ma avevano sbagliato strada), a quello storico concerto
erano presenti anche la Duse, D’Annunzio e Andreotti. Ieri come oggi, in
occasione dei grandi eventi, a Roma il consociativismo prevaleva sui dissapori
personali. C’erano anche, giovanissimi, Mussolini e Gramsci, che anni dopo, nei
suoi “Quaderni dal carcere”, scriverà tutta la sua ammirazione per gli Stones,
ma aggiungerà che “il brano Satisfaction risente, forse, di un numero ormai
eccessivo di esecuzioni, che rischiano di renderlo un poco risaputo”.
Il Bicentenario Fervono già i preparativi per il
concerto del bicentenario che si svolgerà nel 2114 in una località virtuale e
che sarà scaricabile in casa propria, con gli Stones in carne e ossa, grazie ai
nuovi MK5 in trybloom, oppure piccabile con un fawster. A quell’epoca la parola
“trasgressione” sarà considerata una spassosa anticaglia, come “archibugio” e
“chinino”, e gli Stones si esibiranno in pantaloni di velluto a coste, camicia
azzurra da impiegato di canca e pullover in tinta, intonando le canzoncine miti
e allegre del loro nuovo repertorio, da “You are my cupo f tea” a “Sweet sweet
home” fino alle celebri note di “I’ve got Satisfaction”.
Michele Serra – L’Espresso – 3 luglio 2014
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