Etichette

mercoledì 23 luglio 2014

Lo Sapevate Che: Contromano...



 Disoccupazione record, ma il Palazzo si concentra
sul risiko delle riforme

Non saprei dire quanti italiani, avendone la possibilità, avrebbero messo
in cima all’agenda delle urgenze una legge elettorale o la riforma del Senato.
Nella vita reale è difficile imbattersi in un padre di famiglia angosciato
per l’iter parlamentare dell’Italicum o in un giovane precario ossessionato dal dilemma di un Senato di eletti o consiglieri regionali. Cambiano le Repubbliche, la prima, la seconda, la terza, ma il fossato fra Palazzo e vita quotidiana continua ad allargarsi. L’Italia è un paese che oggi ha toccato il record di 7,5 milioni di disoccupati, quasi uno su due fra i ventenni. Una nazione dove un cittadino su sei vive sulla soglia della povertà, ovvero può spendere meno della metà della media e cinque milioni di italiani sono piombati nella povertà assoluta (…).
Un’altra novità impressionante portata dalla crisi è che molti fra i poveri relativi e quelli assoluti non sono disoccupati o home-less, ma lavoratori, operai, impiegati, perfino insegnanti. (…). Ora, di fronte a una catastrofe sociale di queste dimensioni, simile alle emergenze dei dopoguerra, ci si potrebbe immaginare un dibattito pubblico tutto assorbito sui temi del lavoro, del reddito minimo. Invece i  pochi e discutibili provvedimenti sul lavoro slittano di mese in mese per lasciare spazio ad altre e curiose emergenze. Come quella di riscrivere la Costituzione con le riforme istituzionali. Impresa peraltro già compiuta più volte negli ultimi anni, da governi di destra e sinistra, con i seguenti risultati: la riforma del titolo V che oggi tutti considerano una sciagura; le riforme del governo Berlusconi, bocciate dai referendum; l’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione, che ieri hanno firmato tutti e oggi tutti considerano all’unisono un colossale errore. Tanto da chiedere un giorno sì e l’altro pure all’Europa di farne slittare l’applicazione di un anno, forse due, meglio mai. E se per una volta l’opinione pubblica avesse ragione a chiedere provvedimenti sul lavoro e non altri improbabili risiko costituzionali?
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 18 luglio 2014

Nessun commento:

Posta un commento