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venerdì 25 luglio 2014

Lo Sapevate che: Legge e Libertà...



 La riforma della Costituzione proposta da Renzi produce effetti collaterali. Per esempio rafforza i poteri del premier e indebolisce quelli del presidente della Repubblica. Non sarebbe il caso di dire ai cittadini come stanno le cose?

Si fa, ma non si dice. Un inno all’ipocrisia? No: è l’inno (silenzioso) della riforma costituzionale benedetta dal governo Renzi. Perché non è vero che la riforma supera il bicameralismo paritario, disegna un nuovo Senato, corregge il Titolo V sulle competenze regionali, si sbarazza del Cnel e di vari altri ammennicoli. Nel suo complesso, nonché attraverso il combinato disposto fra i ritocchi alla Costituzione e i rintocchi dell’Italicum, questo progetto determina un effetto occulto sulla forma di governo, ne cambia i connotati per vie oblique e indirette, ma non perciò meno incisive. (…).
Sta Di Fatto che in ogni Costituzione tout se tient. Se sposti una pedina, quel movimento si comunica, per vibrazioni successive, alle altre pedine, in un gioco di scambi e di reciproche influenze. (…). E non è forse vero che il testo all’esame di palazzo Madama non detta una parola sui poteri del Premier, nemmeno per concedergli la modesta facoltà di sostituire i suoi ministri?Vero, ma al contempo falso. In quel testo gli unici due riferimenti alle attribuzioni del governo riguardano i decreti legge e i disegni di legge prioritari. Rispetto ai primi la riforma pianta dei paletti per arginarne l’abuso, ma in realtà quei limiti li aveva già codificati la Consulta. Viceversa i secondi esprimono una novità assoluta e non di poco conto: 60 giorni per le iniziative legislative spostate dal Consiglio dei ministri, prendere o lasciare. (…) .
Chi Ci Rimette? Il Capo dello Stato. Chiunque sia in futuro, si scordi i governi del presidente, quali abbiamo via via sperimentato da Dini, a Monti a Letta. Addio al ruolo di regnante: con questa nuova legge elettorale, Sua Maestà Repubblicana sarà soltanto il presidente del Consiglio. D’altronde quest’ultimo rappresenterà tutti gli italiani; il primo, unicamente il suo partito. Cui basterà ottenere il 37 per cento alle elezioni, nonché un terzo dei senatori-consiglieri regionali, per accaparrarsi pure il Quirinale. Un altro effetto occulto della riforma, che il subemendamento Gotor non neutralizza: si limita ad allungare il brodo, spostando il quorum sufficiente dalla quarta alla nona votazione. (…).
Morale della favola: metteteci una pezza. Per esempio innalzando l’asticella del premio di maggioranza, rafforzando la Consulta, introducendo nuove garanzie. Però allo stesso tempo, togliete la pezza che ci impedisce di vedere il gioco. Che è un gioco d’illusioni e di doppioni, oggi come ieri. In passato era la Costituzione materiale contro quella scritta; ora è la Costituzione scritta contro la Costituzione riscritta.
michele.ainis@uniroma3.it – Michele Ainis – L’Espresso – 24 luglio 2014 –

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