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giovedì 31 luglio 2014

Lo Sapevate Che: Il Vetro Soffiato....



 Un capo deciso a conquistare il potere. E a mantenerlo sfruttando le sue capacità di seduzione. Ecco cosa è sempre piaciuto a noi italiani. Che invece non abbiamo mai amato lo Stato

(..). Dunque parliamo dell’Europa e dell’immediato dopoguerra, quando il nostro continente era ancora un ammasso di rovine materiali e anche civili: ciascuno non aveva il tempo né la voglia di occuparsi di questioni collettive a meno che non incidessero direttamente sulla propria condizione sociale, della propria famiglia e ciò che di essa restava.
In Europa del resto non c’era un vincitore: eravamo tutti perdenti, la prima dei quali era la Germania e poi la Grecia, l’Italia, i Paesi Bassi, gli scandinavi, i polacchi, i serbi. Tutti sconfitti salvo la Gran Bretagna e gli Usa. La Russia era sotto il dominio di Stalin, in Francia aveva vinto De Gaulle e la sua testarda volontà di non cedere al nemico nazista, ma altro non c’era. In qualche paese (Italia settentrionale compresa) c’erano stati importanti movimenti di resistenza partigiana, ma si trattava pur sempre di minoranze e per di più profondamente divise tra loro.
Questo Il Quadro. Quanto ai partiti, c’erano le cosiddette masse, ideologizzate dai miti del comunismo e dell’anticomunismo e dirette di fatto da piccole élite e tra di esse, anzi alla loro testa, un leader che rappresentava le forze politiche rivoluzionarie o conservatrici. (…)
Un punto mi preme sottolineare: la vera classe dirigente politica era di numero limitatissimo che si riassumeva in un leader. Uno solo, indiscutibile. I dibattiti fervevano all’interno d’uno sparuto gruppo dirigente, ma chi alla fine decideva non era un gruppo ma una persona, una sola. Gli altri seguivano anche se conservavano in cuore le loro riserve. La massa ripeteva slogan e credeva nella loro verità.
In Italia Questo Fenomeno era addirittura più presente che altrove poiché le sue radici erano molto antiche. Gli italiani non hanno mai amato lo Stato, l’hanno sempre considerato – prima e dopo l’Unità – un elemento estraneo e spesso addirittura nemico, da ingannare, da frodare, privilegiando il “fai-da-te” che in certe condizioni può essere una forza dell’individuo consapevole ma in altre (le più frequenti) una debolezza estrema dalla quale nascono clientele e addirittura mafie e camorre, Stati nello Stato, con propri codici di comportamento e finalità delinquenziali.
Al di là di questi fenomeni di malaffare e malavita, l’Italia è sempre stata dominata dal populismo: un capo capace e deciso a conquistare il potere, mantenerlo, rafforzarlo, basando quella conquista sulle sue capacità di seduzione. (..).
Per fortuna non sempre è così, ma questo è il connotato italiano più appariscente. Ogni generazione nella sua parte consapevole si è trovata a combattere questo fenomeno. Talvolta con successo ma più spesso uscendo sconfitta dal confronto. Oggi siamo ancora una volta coinvolti in questa tenzone. Bisogna distinguere, bisogna utilizzare il male facendone uscire il bene che contiene. Bisogna sperare e noi infatti speriamo.
Eugenio Scalfari – L’Espresso – 24 luglio 2014

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