Bastasse il 40 per
cento per farsi rispettare
Una candidatura europea
di Emma Bonino avrebbe avuto accoglienza diversa, rispetto alla meno esperta
Mogherini. E per i nostri alleati la riforma del Senato conta poco. Non quanto
lavoro, economia, corruzione
Circola una pericolosa illusione nei palazzi della politica
romana: che grazie al buon risultato del partito di governo alle elezioni
europee l?italia abbia guadagnato un ruolo primario in Europa. Niente di più
sbagliato. Il successo elettorale del Pd, e il riflesso del governo, potrà
servire per avere qualche poltrona in più (…).Lo si vedrà nelle prossime
settimane quando si dovranno scegliere il Presidente e l’Alto rappresentante
per la politica estera e di sicurezza dell’Ue.
Sembra Che All’Italia spetti quest’ultima caselle che
Matteo Renzi intenda insediarvi l’attuale Ministro degli Esteri, Federica
Mogherini. Alcuni hanno interpretato questa scelta come una opportunità per
ridefinire la composizione del governo. (…). Certo, nemmeno la baronessa
Chaterine Ashton, al posto della quale la Mogherini dovrebbe insediarsi aveva i
necessari requisiti, e si è visto. Una posizione come quella, se non la si vuol
affossare del tutto, deve andare a personalità di provata esperienza, con ruoli
primari nelle sedi nazionali o sovranazionali, e con contatti internazionali
ramificati e rodati da una lunga consuetudine. In Italia non mancano persone
con questo profilo a cominciare dall’ex Ministro degli Esteri Emma Bonino, una
voce ben più autorevole sul piano internazionale, e brutalmente rottamata per
far posto a giovani adepti del cerchio magico renziano. (…). Il cambiamento che
ci viene richiesto non riguarda la riforma elettorale o quella del Senato a cui
l’Europa guarda con occhio distratto. L’Ue guarderà in primo luogo a dati bruti
dell’economia: Pil, investimenti, occupazione, export, innovazione e così via. Poi
ad altri indicatori che offrano una inversione di tendenza del sistema:
diminuzione della corruzione, rapidità ed affidabilità della giustizia civile,
compressione della criminalità organizzata, innalzamento del livello culturale.
(…) Se Ciampi e Prodi non fossero riusciti a far rientrare l’Italia nei
parametri di Maastricht nei tempi dovuti non avremmo potuto godere di anni di
tranquillità finanziaria e di buona considerazione a Bruxelles.
I Risultati Dipendono dalla capacità riformatrice del
governo e, soprattutto, dalla sua capacità di implementazione dei
provvedimenti. (…). Se non viene reciso il frutto avvelenato della incoerenza e
incompetenza legislativa da un lato. e delle cavillosità di una cultura
legalista-formalista dura a morire, alle belle parole non possono seguire i
fatti. Per ottenere più autorevolezza in Europa, il governo Renzi deve far
ripartire il paese. E per farlo, oltre ad iniettare entusiasmo e dinamismo
(cosa che fa benissimo), deve incidere la crosta burocratica e rendere
operative le norme approvate. Si concentri su questo e non sprechi energie
sulle riforme istituzionali che non pertengono all’attività di governo.
Piero Ignazi – L’Espresso – 17 luglio 2014 –
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