Ma Tu Mi Estrapoli
Il Prefetto di Perugia si chiamava Antonio Reppucci,ce
l’aveva contro la droga e pensava che il problema della droga sono appunto i
drogati, anzi le loro madri. “Il cancro è lì nelle famiglie, se la mamma non si
accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare”,
ha detto in una conferenza stampa, quindi con taccuini e microfoni convocati
proprio al fine di registrare le sue parole (non si dice il suo pensiero). L’ha
sparata grossa, insomma. Poi se ne è accorto e ha provato, invano, a
scongiurare la conseguente rimozione. (…). In effetti tanti anni fa un tecnico
radiofonico mi aveva detto che, con le strumentazioni non troppo sofisticate
allora disponibili, era riuscito a ottenere un nastro in cui si sentiva un Papa
bestemmiare. L’argomento dell’estrapolazione è insensato non perché sia falso
ma perché è vero sempre. Tutte le frasi e tutti i testi sono, sempre,
“estrapolati dal contesto”, ma non tutte le estrapolazioni dal contesto
funzionano come quella che il disinvolto tecnico audio aveva effettuato sulle
bobine papali. Di questo si potrebbe essere più consapevoli, prima di dire
sciocchezze, se solo chi fa comunicazione o chi lo aiuta a farla avesse
studiato un po’ le discipline relative a quel non semplice settore. Invece non
ci sono, in Italia, corsi di laurea più negletti e vituperati di quelli di
Scienze della comunicazione.
Un amico colleziona con rassegnata acribia tutti i ritagli di
giornali in cui si parla di Scienze della comunicazione come del corso che da
solo rappresenta tutti i vizi e la vacuità del sistema universitario italiano.
L’Italia del fare, ma del fare senza conoscere, continua così a dichiarare e a
smettere.
Stefano Bartezzaghi – L’Espresso – 10 luglio 2014 –
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