Etichette

domenica 27 luglio 2014

Lo Sapevate Che: Questa Settimana....



 Ora però parliamo un po’ di economia

Da noi tengono banco Senato e legge elettorale. Ma le riforme che servono per la crescita sono altre: tagli di spesa, semplificazioni. Di queste vuole sapere l’Europa. E anche gli italiani.

Forse ispirandosi al Peter Sellers di “Oltre il giardino”, dinanzi allo stato maggiore del Pd, Matteo Renzi-Chance Giardiniere ha scandito: “Ha smesso di piovere, ma il sole non ancora arrivato”. E per chi avesse qualche residuo dubbio ha aggiunto: “C’è foschia…”. Naturalmente si parlava di economia, di deflazione conclamata e crescita sospirata.(…). I numero dell’economia sono davvero preoccupanti. A cominciare dal Pil e debito, da sempre le bestie nere. I dati statistici dicono che il prodotto interno lordo continua a diminuire e che l’Italia resta in piena recessione. Stando così le cose, il traguardo scritto nei documenti finanziari ufficiali di un piùm0,8 nel 2014 appare siderale, irraggiungibile. Intendiamoci non è che Francia e Germania se la passino molto meglio di noi, anche lì l’economia rallenta; ; ma al di qua delle Alpi pesa la palla al piede del debito pubblico, 2166 miliardi di euro, 36 mila euro di debito per ogni italiano, uomini donne vecchi e bambini. (..:)
Inevitabili Le Conseguenze: se la raccolta è inferiore al fabbisogno, per stare entro i parametri concordati bisogna trovare da qualche altra parte i soldi necessari ( gli 80 euro a tutti costeranno, si dice, 10-15 miliardi l’anno). Come? Aumentando le tasse? No, perché siamo da tempo oltre il sopportabile(..). Allora allo Stato non resta altro da fare che indebitarsi ulteriormente sul mercato finanziario emettendo titoli pubblici, che ormai coprono più dell’80 per cento del debito nazionale e condizionano i bilanci delle banche.(…).
Ora, Pensare Che Basti invocare più “flessibilità”, parola magica che significa tutto e niente e che finisce pecari care sugli altri responsabilità che sono solo nostre, è pura illusione. In proposito Mario Draghi è stato chiarissimo: la flessibilità già c’è; più di quello che è stato fatto e si farà per far girare più denaro a costo zero o quasi, non si può fare; piuttosto ha concluso, si facciano le riforme.(…). Insomma, senza regole del gioco più semplici e incoraggianti, non c’è credito facile che tenga. Né flessibilità finanziaria che aiuti. Draghi non è il solo a pensarla così. I nostri partner europei assistono da mesi a un balletto bizantino intorno a riforme che a loro appaiono ininfluenti (Senato, legge elettorale), ma non sanno (e noi con loro) quali risultati otterrà per esempio la spending review di Carlo Cottarelli, e quanto si risparmierà con la riforma della pubblica amministrazione di Marianna Madia, e se cambierà la vita degli imprenditori con le nuove leggi sul mercato e sul costo del lavoro. Che forse incideranno sulla crescita dell’economia più del premio di maggioranza.
Twitter@bmanfellotto – Bruno Manfellotto – L’Espresso – 24 luglio 2014

Nessun commento:

Posta un commento