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lunedì 28 luglio 2014

Lo Sapevate che: Il mediterraneo nel 2100 sarà un mare di alghe...



 Un fondale di Panarea mostra come l’aumento della Co2 danneggerà le specie più complesse

Le acque degli oceani entro il 2100, diventeranno molto più acide. Le previsioni degli scienziati,(..) (Ipcc), indicano infatti che l’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera provocato dall’uomo si ripercuoterà sui mari, provocandone l’acidificazione. (..). Uno studio pubblicato di recente su Nature Climate Change dell’Università di Bologna, offre una risposta: organismi animali più complessi, come coralli e molluschi, avranno la peggio, mentre le alghe, abituate ad adattarsi a cambiamenti anche drastici nel biosistema in cui vivono, riusciranno a sopravvivere. (..) dopo aver esplorato il cratere vulcanico sommerso la largo dell’isola di Panarea, dove l’acidità del mare ha già oggi i valori previsti nel resto del Mediterraneo per il 2100: il cratere emette infatti continuamente anidride carbonica facendo aumentare l’acidità delle acque circostanti, in modo decrescente dal centro verso la periferia. Il cratere marino di Panarea è tra gli unici quattro siti naturali al mondo, noti al momento, con queste caratteristiche. Rappresenta quindi un laboratorio naturale, difficilmente riproducibile con mezzi tecnici, per leggere gli effetti futuri del cambiamento climatico. Spiega Stefano Goffro, biologo marino, (..) : “ nella nostra ricerca abbiamo preso in considerazione cinque specie chiave e comuni nel Mediterraneo (un corallo, un mollusco e tre tipi di alghe) per vedere il loro comportamento nell’ambiente previsto per la fine del secolo. Avvicinandoci al cratere, abbiamo trovato che soltanto le alghe erano presenti”. (..) abbiamo il sospetto, per esempio, che l’ambiente più acido, possa modificare le strutture interne più fini degli scheletri degli organismi, rendendole più fragili. Non dimentichiamoci che la composizione delle scogliere dipende dagli scheletri di questi organismi” dice Goffredo, “Quindi una loro fragilità potrebbe avere conseguenze importanti sull’intera struttura costiera”.
(a.s.) – Venerdì di Repubblica -  18 – luglio – 2014

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