La Tbc uccide ogni
giorno
Nel nostro paese una persona muore ogni giorno di Tbc, che
ogni anno miete in tutto il mondo 1,3 milioni di vite. Eppure il “mal sottile”
rimanda alla mente l’immagine di una malattia ottocentesca che non fa più paura. Errore. La Tbc non soltanto fa
registrare 8,6 milioni di casi a livello globale. Ma in Italia è in leggero e
costante aumento nella classe di età 15-24 anni, più nelle regioni del Nord che
in quelle meridionali, e in alcune specifiche popolazioni (gli immigrati hanno
un rischio aumentato di contrarre la tubercolosi di 10-15 volte superiore
rispetto alla popolazione italiana). Per questo l’Organizzazione Mondiale della
Sanità, insieme alla European Respiratory Society (Ers) e al ministero della
Salute, ha lanciato un programma in otto punti per l’eliminazione della
tubercolosi nei paesi a bassa incidenza ma ad alto reddito, come per appunto
l’Italia. L’intento è riportare il tasso di nuovi casi di Tbc a meno di dieci
persone per milione entro il 2035, per poi conseguire la completa eliminazione
entro il 2050, ovvero scendere a meno di un caso per milione di persone ogni
anno. Insieme all’Italia vengono chiamati a fare la loro parte altri 32 paesi,
tra qui i grandi dell’economia globale come l’Australia, la Francia e gli Stati
Uniti, ma anche realtà meno solide come Giamaica, Portorico, Costarica, Cuba,
Cisgiordania e Striscia di Gaza. L’obiettivo è quello di agire sulle aree in
cui la Tbc ha (quasi) smesso di fare paura innanzitutto perché, spiega Mario
Raviglione, direttore del Programma Globale, per la Tubercolosi dell’Oms: “E’
qui che possiamo abbattere l’incidenza della malattia a livelli storicamente
bassi”. E questo si può fare andando a curare le persone più vulnerabili e
difficili da raggiungere ( i poveri e senza fissa dimora, chi fa uso di droghe,
i carcerati, chi ha il sistema immunitario compromesso come i
sieropositivi).(..) soprattutto ottimizzare la prevenzione e la cura della
tubercolosi multi-resistente, cioè sulla quale i farmaci tradizionali hanno
perso efficacia. Un problema sempre più grave, se è vero che nel 2012 ha
colpito 450 mila persone nel mondo, facendo 170 mila vittime.
Elisa Manacorda – L’Espresso – 31 luglio 2014
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