Bravo Matteo, ma ora
cambia verso
Si torna a parlare di
elezioni anticipate. E il premier dovrà scegliere se sfidare Berlusconi o
Grillo. Eppure sono altri i test importanti che lo aspettano. A partire dalle
riforme e dalla legge di stabilità
Forse non è un caso che proprio nel momento di massimo
splendore di Matteo I, il tam-tam romano, sapientemente percosso, cominci a
suonare di nuovo la musica delle elezioni anticipate. Se le riforme non
arrivano in porto, dicono le voci, il premier potrebbe accusare oppositori e
alleati pro tempore di affossare il rinnovamento e chiedere al Capo dello Stato
di sciogliere le Camere.(..).
Il cammino delle riforme sta terremotando gli equilibri
politici. Il voto di fine maggio ha rafforzato la leadership di Renzi (..).
Così come, specularmente, la sconfitta di Grillo ha lasciato emergere nel
movimento “due anime” (..)..che ora hanno diritto di manifestarsi: l’ala del
vaffa e quella istituzionale; la piazza e la Camera; il no a tutto e il
dialogo; Grillo e Di Maio. (..)
Poi, Probabilmente, Più che la vittoria di Renzi alle
Europee potè il patto di ferro con Verdini & Berlusconi che invece di
sancire il trionfo del grillismo duro e puro ha ridimensionato i 5 stelle e
fatto crescere il loro il timore di restare fuori dal Grande Gioco,(..) che
potrebbe portare dopo trent’anni a una riforma della Costituzione e a una nuova
legge elettorale sui cui meccanismi sia Grillo che Berlusconi giocheranno la
propria forza parlamentare. (..). Perché alla fine tra l’uno e l’altro, tra un
sistema elettorale e l’altro Matteo dovrà scegliere: meglio sfidare Grillo o
Berlusconi?. (..).
E Non Solo. Lo
Sbandierato
crono-programma del premier – “a marzo il lavoro, ad aprile la pubblica
amministrazione, a maggio il fisco…” – ha avuto, e avrà, l’effetto di ingolfare
il Parlamento con un mare di provvedimenti di carta, non solo legge elettorale
e riforma della Costituzione (nuovo Senato, redistribuzione dei poteri tra
Stato e Regioni) per i quali non basterà qualche mese di lavoro. Magari.
L’elenco è lungo e sta a cuore ai nostri alleati europei ben più del
bicameralismo e del premio di maggioranza: devono diventare realtà le norme
anticorruzione; la riforma della Giustizia e della Pubblica amministrazione; i
provvedimenti sul lavoro; il pacchetto fiscale; le misure per le imprese e per
la cultura…E in mezzo c’è la legge di stabilità, e la necessità o meno di una
dura manovra finanziaria a seconda della disponibilità dell’Europa a darci più
tempo per i compiti a casa. Tra i quali, appunto, le riforme. Bisogna davvero
“cambiare verso”.
Un test decisivo per il premier; per le cancellerie d’Europa,
invece, l’ultima occasione per verificare l’attendibilità di un Paese che
finora non ha rispettato la parola data. Questo Renzi lo sa. Speriamo che
nessuno gli offra l’alibi dell’inconsistenza e della paralisi che lo
spingerebbe dritto dritto all’ultima sfida. E a perdere altro tempo.
Twitter@bmanfellotto –Bruno Manfellotto – L’Espresso – 17
luglio 2014-07-17
Nessun commento:
Posta un commento