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mercoledì 16 luglio 2014

Lo Sapevate Che: Senza Frontiere....



 Palestina Ostaggio Dei Falchi

Non Ci Sarà Pace tra israeliani e palestinesi fino a quando non nasceranno leader dei due schieramenti capaci di uscire dalla trita spirale azione-reazioni. Col coraggio sufficiente per decidere un piano e applicarlo simultaneamente, qualunque cosa succeda sul campo. E con l’intelligenza di capire che gli attentati servono ai terroristi esattamente per provocare una vendetta e far deragliare le buone intenzioni di risolvere una crisi ormai secolare. (…) .Da Oslo 1993 in poi di patti ne sono stati discussi fin troppi e tutti hanno ricalcato, grosso modo, quello originale sancito con la stretta di mano tra Rabin e Arafat. (…)
E Allora Perché ciò che sembra così ragionevole non viene adottato? Perché ci sono sempre dei signori della guerra che conoscono bene i riflessi pavloviani di politici ostaggio della logica del gioco al rialzo per non apparire deboli davanti alle frange più estreme della loro opinione pubblica: quelle minoranze rumorose che in Medioriente hanno sempre la meglio. Non per caso il rapimento e la barbara uccisione dei tre ragazzi israeliti, (..) è avvenuto a ridosso dell’inizio di un faticoso processo di riconciliazione nazionale tra Hamas e Fatah che ha prodotto un governo di unità assai inviso, oltre all’ala più estrema del movimento fondamentalista, al governo di Bibi Netanyahu, da sempre indisponibile a trattare con Hamas. (…) . Il governo dello Stato ebraico promette di annientare Hamas una volta per tutte. Qualche suo ministro propone addirittura l’invasione e la nuova occupazione della Striscia.(…) : i generali, proprio perché conoscono la guerra, sono spesso i più (relativamente) saggi.
Sull’Altro Fronte, l’escalation nuoce soprattutto al presidente Abu Mazen e al suo prestigio. (…). Netanyahu è un convinto sostenitore della logica che lo “status quo” conviene a Israele, perpetuare l’occupazione della Cisgiordania (dura da 47 anni…) una garanzia per la sicurezza dello Stato, negare la presenza di interlocutori credibili la maniera più elegante per rimandare all’infinito una soluzione che lo obbligherebbe a quelle “dolorose concessioni” messe nel conto, nell’ultima parte della sua vita, persino da Ariel Sharon. La cosa che sfugge, a leader interessati solo alla proprio sopravvivenza, al tirare a campare di andreottiana memoria,è chhe il tempo lavora contro Israele. (…). Mentre l’ostilità crescente dei turbolenti vicini aumenta la condizione di precarietà di un Paese che soffre della sindrome del rifiuto. Ma la battaglia per la sua esistenza ha bisogno di uno sforzo di fantasia inedito. Che eviti il tranello dell’azione-reazione. Che non lasci impunito un delitto così raccapricciante e vengano perseguiti sì i responsabili. Ma senza infliggere una punizione collettiva a un popolo intero.
g.riva@espressoedit.it – Gigi Riva – L’Espresso – 10 luglio 2014

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