Stavolta Parliamo di
Qualcosa che Funziona: B&B
Questo che mi accingo a
scrivere è un articoletto piuttosto difficile, perché non ha un tema ben
definito; ma non
rinuncio a scriverlo, perché va, come vedrete se lo leggete, contro corrente. Dunque,
una persona di mia conoscenza è andata di recente a Milano, per una serata in
cui, in un circolo si proiettava un documentario, e al ritorno dal breve
viaggio (abitiamo entrambi in Liguria), me ne ha dato un resoconto molto
sereno. (…). Fra coloro che ascoltavano c’era anche un’altra persona(…) e,
avendo deciso all’ultimo momento di trascorrervi la notte senza aver prenotato
un albergo, aveva consultato internet per scegliere a caso un
bed&breakfast. Esperienza ottima: casa accogliente, servizio curato, modica spesa di cinquanta
euro. C’erano nella zona altri bed&breakfast, e il quartiere, nell’insieme,
era molto ospitale.(…).
Perché ho scritto, all’esordio, che il mio articolo sarebbe
stato difficile? Perché non contiene nessuna notizia, è vago e generico, e si
presta a qualche canzonatura: ti meravigli, mi si può chiedere, se scopri che
l’Italia è un Paese civile? No, non mi meraviglio. Ma è pur vero che
dell’Italia parliamo sempre male, mattina e sera; diciamo che il Paese va a
pezzi, si spappola, e non lo diciamo a vanvera. Ma intanto, silenziosamente,
senza che se ne parli, vi sono anche i segni positivi: e se il settore pubblico
è scoraggiante, il privato progredisce e si ingentilisce, in alcune città se
non in tutte. Tenendo il passo con l’Europa migliore. E’ del resto una vecchia
regola, che il pubblico da noi è deteriore, il privato è brillante. E allora mi
espongo al rischio di essere preso in giro, qualcuno mi dirà che scopro l’acqua
calda: ma affermo che anche di qua dalle Alpi si sta cambiando. In meglio.
Piero Ottone- Venerdì di Repubblica – 11 luglio 2014 –
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