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mercoledì 30 luglio 2014

Lo Sapevate Che: Provocazioni...



 Quanto è timido Renzi se si parla di economia

Determinato e decisionista quando si tratta di vincere le primarie o detronizzare Letta. Molto più incerto nell’azione a favore delle imprese. Eppure il governo ha già annunciato cosa vorrebbe fare per rilanciare la crescita

(…). Preparatissimo su molteplici aspetti della cultura pop della nostra era, il premier Renzi, dà l’impressione di aver eletto tale massima filosofica a faro illuminante della sua azione in politica economica. Egli infatti dimostra risolutezza quando si tratta di vincere primarie, detronizzare Letta, sfidare Grillo, i sepolcri imbiancati del suo partito o la  Cgil e financo nel far approvare riforme elettorali e costituzionali di dubbia efficacia. Poi, quando si devono prendere decisioni relative al nodo fondamentale della vita italiana, il prolungato declino economico, è vago o si parla d’altro. Prendiamo la bagarre sulla “flessibilità” inscenata in Europa. E’ stata una mossa sbagliata sia di principio sia tatticamente. L’Italia non ha alcun bisogno di interpretare in modo “flessibile” trattati e direttive europee. (…) . in realtà, l’unica regola cui faticosamente aderisce è quella del rapporto deficit-Pil del 3% imposto dal Trattato di Maastricht. Inoltre, le regole esistono per essere rispettate non violate, soprattutto in Europa, ove a una moneta unica non corrisponde nessun governo e quindi è necessario un minimo di convergenza tra le politiche economiche dei vari paesi. Infine, la deroga alla rigidità può forse (molto forse) chiederla l’alunno che ha fatto i compiti a casa e chiede un giorno di vacanza in più. non quello con la pagella ancora insufficiente.(…)
Il Bello E’ Che L’Esecutivo non è a corto di idee e soluzioni. La spending review dell’invisibile (e stoico, verrebbe da dire) Cottarelli, che poteva basarsi anche su quanto elaborato dai precedenti commissari Giarda e Bondi, è pronta. (…) Persino all’interno del governo c’è chi ha messo nero su bianco una lista di ragionevoli priorità. Lo ha fatto il vice-ministro Calenda il quale, prendendo spunto dall’immaginifico “Business Plan” lanciato da Renzi, ha elencato una serie di mosse concrete, a partire dal dimezzamento dell’Irap, l’agenda digitale, privatizzazioni e liberalizzazioni, tutte nel segno della crescita.
Perché E’ proprio Questo lo snodo vitale. Gli 80 euro che hanno contribuito alla vittoria elettorale del Pd sono stati una buona mossa per alleviare il disagio di ampie fasce della popolazione.(…). In altre parole, la scelta che si impone al governo è questa: evitare di accontentare tutti o di ricercare la popolarità  e concentrarsi sulla crescita economica. E per far ciò è necessario compiere scelte drastiche in favore dell’impresa che rischiano di essere impopolari liberalizzazioni che scontentino corporazioni e e potentati economici anche pubblici; taglio sostanzioso dell’Irap a fronte di una reale riduzione della spesa pubblica; flessibilità vera del mercato del lavoro sconfiggendo resistenze sindacali; corposa sburocratizzazione a costo di scontrarsi con ministeri, enti locali, tribunali amministrativi e ordinari. Quando parla degli investimenti stranieri, Renzi dimostra di avere gli istinti giusti non cedendo alla retorica patriottarda e protezionista di destra e sinistra ed altrettanto si può dire quando sfida i burosauri della Pa. E’ ora che questi istinti si tramutino in azione di governo e il suo Business Plan diventi un Plan a favore del Business.
adenicola@adamsmith.it – L’Espresso – 31 luglio 2014 –

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