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sabato 5 luglio 2014

Lo Sapevate Che: Intelligenza Artificiale....



 Toccami automa

“Volevamo ottenere per il tatto quello che è successo per l’udito con l’introduzione delle cuffie e per la vista con i Google glass: progettare dispositivi indossabili in grado di aumentare le percezioni tattili”. Con questa intuizione Domenico Prattichizzo, dell’Università di Siena, è riuscito a vincere un grant di ben 7,7 milioni di dollari per il progetto Wearthap, Eearable Haptics for Humans and Robots. L’Unione Europea ha stanziato il finanziamento a favore di dieci università, coordinate proprio da Siena, che per i prossimi quattro anni studieranno sistemi robotici indossabili basati sul tatto.
Gli scienziati hanno testato prototipi studiati per essere fissati sulla punta delle dita di chirurghi e collegati agli strumenti che entrano nel corpo del paziente. Durante le biopsie, per esempio, i medici potranno “sentire” ciò che percepisce l’ago inserito in profondità e valutare anche con il tatto se si tratta di una massa tumorale.
Nei prossimi mesi, i ricercatori si dedicheranno a non vedenti. Un braccialetto vibrante potrebbe infatti aiutare un cieco a orientarsi all’interno delle abitazioni e camminare per strada. Esistono già in commercio tecnologie di navigazione con comandi vocali da ascoltare in cuffia, ma un sistema basato sul tatto permetterebbe di avere le orecchie libere per ascoltare i suoni dell’ambiente circostante. Il “linguaggio” del dispositivo è in fase di studio: l’idea è quella di associare un determinato pattem a un certo movimento (per esempio una doppia vibrazione potrebbe indicare di svoltare a sinistra).
“Un’altra situazione cui abbiamo pensato”, racconta Prattichizzo: “E’ quella di un aeroporto, dove i passeggeri in attesa del volo possono camminare liberamente tra le vetrine dei negozi senza preoccuparsi delle valigie, che li seguono a distanza ravvicinata caricate su robot mobili. Non dovranno continuamente voltarsi per controllare i bagagli perché un braccialetto con un dispositivo tattile segnalerà un eventuale problema, come la presenza di un ostacolo o un tentativo di furto vibrando”. Ma gli scenari immaginati non finiscono qui: si potranno istruire squadre di robot per entrare in un’area pericolosa, oppure per afferrare e trasportare oggetti nocivi per l’uomo o ancora, nella via di tutti i giorni, per insegnare i movimenti corretti, che siano per la riabilitazione oppure per lo sport (come effettuare una perfetta battuta di tennis, per esempio).
Viola Bachini – L’Espresso – 3 luglio 2014

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