Gli italiani sono i peggiori guidatori
d’Europa – secondo gli altri europei – ma al tempo stesso ritengono di guidare
meglio di tutti. Il paradosso del rapporto 201 Les Européens au volant della Fondation Vinci Autoroutes illustra
un fenomeno individuato nel 1999 dagli psicologi David Dunning e Justin Kruger
sono sempre i meno competenti a sopravvalutarsi, perché le lacune che
condannano a un esito insoddisfacente sono le stesse che impediscono di
riconoscere la povertà dei propri risultati. Solo i già competenti sanno
abbastanza da accorgersi delle proprie manchevolezze. Un abbaglio che però, in certi
casi si trasforma in un vantaggio. Lo dicono le ricerche di Ryan McKay, docente
di psicologia alla Royal Holloway University di Londra, che affronterà il tema
oggi all’Auditorium Parco della Musica di Roma in occasione del National
Geographic Festival delle Scienze. “Nell’ambito di scuola, lavoro e sport, dove
le prestazioni sono ben misurabili, una percezione di sé falsata porterà
delusioni” spiega McKay. “Ma per qualità più soggettive, come il fascino o la
moralità, un’autostima ingiustificata aiuta, perché riduce lo stress”. Potere
delle “illusioni positive”, false credenze che sono state promosse, anziché
rimosse, dall’evoluzione. Perché favoriscono la specie. “Di fronte a una
persona che ci interessa, possiamo fare due errori: pensare di piacerle, quando
invece non è affatto così. O convincerci – a torto – di non avere speranze e
lasciar perdere” sottolinea McKay. “Nel primo caso rischiamo solo qualche
imbarazzo, nel secondo invece sfuma un’occasione d’oro per formare una coppia:
un costo molto più alto in termini evolutivi. Per questo è molto utile
illudersi di essere irresistibili”. La strana alleanza tra irrazionalità e
lotta per la sopravvivenza spiega anche l’attrazione che proviamo per il
soprannaturale”: “Per Richard Dawkins non c’è differenza tra credere nei
miracoli e credere come alcuni pazienti psichiatrici, di avere due teste. Ma sbaglia:
credersi bicefali non aiuta la specie, mentre le religioni creano senso di
appartenenza, rinsaldano le comunità” osserva McKay. “E quanta più
irrazionalità è richiesta per accettare i dogmi tanto più saldi sono i gruppi:
fino a eccessi autodistruttivi come quelli della setta Heaven’s Gate, che
convinse gli adepti al suicidio così da “salire sulla coda della cometa Hale –
Bopp per raggiungere un’altra dimensione”. Le religioni monoteiste hanno anche
un’altra giustificazione darwiniana: “L’idea di un essere invisibile che vigila
su ogni nostra mossa stimola una qualità cruciale per sfuggire a predatori e
nemici: accorgersi della presenza di qualcuno che ci scruta” osserva McKay. “In
questo caso gli errori possono essere due: credere di non essere osservati,
quando invece lo siamo, o pensare di esserlo quando siamo soli. Il primo errore
è il peggiore: essere colti di sorpresa da una belva è senz’altro più
pericoloso che preoccuparsi a vuoto. Ecco perché per l’Homo sapiens è stato così facile scambiare un albero colpito da
un fulmine per un sego divino”.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 12
maggio 2017 -
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