Ah, le complicazioni. In una società
complessa come la nostra vai a sapere dove tutto comincia e dove tutto finisce, che poi, come
diceva il Marx giovane, è la stessa cosa. Vogliamo cominciare a vedere
l’etimologia di soggiorno? Da quello coatto a quello in liquidazione, con i
divani a tinte fosche e la libreria finta con le costole dei volumi incollate?
E se cominciassimo a scrivere sui documenti ufficiali, luogo di provenienza,
utero? E io che, anche quando ho scoperto che mia nonna aveva veramente le
ruote, ho fatto finta di niente e non ho mai rivelato in famiglia che ella era
un tram. Sarebbe stato uno choc troppo forte, specialmente per mio padre che
veniva dal Congo (allora si chiamava così) e aveva già abbastanza problemi con
la guida a destra (in tutto il Congo la guida era al centro). Beh, a
presto.
Massimo Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di La Repubblica –
28 aprile 2017 -
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