Il Cinismo Della pubblicità
insegna che “sex sells”: il sesso fa vendere. E lo vediamo in ogni spot. Ma se
questo è vero, il rovescio lo è altrettanto e spesso anche in modo più diretto:
il sesso distrugge. L’ultimo esempio è quello di un super mezzobusto americano,
Bill O’Reilly, che per vent’anni aveva dominato il mondo dei talk show
politici. Radicale, dichiaratamente fazioso, cantore di tutte le rabbie e le
frustrazioni della Destra Usa fino al suo ultimo idolo, Donald Trump, O’Reilly
era il numero uno nella partita degli ascolti. Gran moralista e indignato in
servizio permanente contro i vizi degli altri, Bill predicava le virtù
americane tradizionali. Non lo farà più. Assediato da accuse di molestie gravi
da almeno cinque giornaliste che avevano lavorato nel suo programma, tutte
bionde perché la capigliatura bionda tendenza Barbie è d’ordinanza nella rete
di Murdoch (la Fox News Network, per la quale lavorava), ha tentato di tenerle
buone versando 13 milioni di dollari, ma poi altre donne si sono fatte avanti,
per chiedere giustizia e qualche risarcimento.
Ultima un’assistente di produzione afroamericana che lui avvicinava ogni
giorno mormorandole: “Hallo, Cioccolatino Bollente” e dichiarando di volerne
bere qualche sorsata. Sessanta inserzionisti che mandavano la pubblicità nel
suo show di un’ora hanno ritirato i loro spot e davanti al disastro finanziario
la famiglia Murdoch lo ha messo alla porta. Il suo nome si è aggiunto così a
una lunga lista di “vip”, celebrità che hanno pagato cara la loro disinvoltura
e la loro prepotenza sessuale. Bill Clinton rischiò la Presidenza degli Stati
Uniti per il caso della stagista Monica che si era illusa, povera ragazza, che
lui la amasse e fosse pronto a divorziare da Hillary per sposarla. Il generale
David Petraeus, direttore della Cia e signore delle spie, fu costretto ad
andarsene quando una “spiata” rivelò una sua relazione con una donna con la
quale condivideva, oltre al letto, confidenze professionali. Il marito della
più stretta e influente consigliera di Hillary Clinton, Huma Abedin, vide la
propria carriera parlamentare stroncata dall’abitudine di mandare fotomessagini
di se stesso, ritratto nella propria virilità. Contribuì alla sua caduta il
cognome, Wiener, che significa viennese, ma anche salsicciotto, wurstel e ci
fermiamo qui. Preferenze sessuali di altro genere colpiscono con altrettanta
severità: un potentissimo senatore repubblicano, grande difensore della
famiglia tradizionale e crociato antigay, Larry Craig franò nel ridicolo quando
fu sorpreso a far piedino ad altri uomini nei bagni pubblici degli aeroporti,
dove andava a rimorchiare. Si pensava che l’avvento al potere di Donald Trump
“che aveva spiegato: “I vip possono fare alle donne tutto quello che vogliono”,
perché le donne non sanno resistere alla ricchezza e alla celebrità, fino a
suggerire di afferrarle senza tanti preamboli nelle parti intimissime – avrebbe
creato una “zona franca” per i potenti predatori. Se il “sesso vende”, il
“potere compra”, devono aver pensato. Ma il “mercato” è cambiato. Le vittime designate
sono sempre meno disposte ad accettare il patto di un diavolo che propone
carriere in cambio di sesso. O’Reilly e Trump sono uomini attorno ai 70 anni,
cresciuti in un mondo diverso, nel quale le attrici di Hollywood sapevano che
la strada per una scrittura passa per il divano del produttore. La legge è
sempre più dalla parte di chi denuncia e non è il puritanismo a colpire i
molestatori, è la dignità di chi non vuole essere trattata dal boss, ogni
giorno, come una tazza di “Cioccolata Bollente”. E a bollire nella cioccolata
mette chi se la voleva bere.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di La Repubblica – 6
Maggio 2017 -
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