Con tutta la simpatia e l’affetto per
gli agnellini, i vitellini, i capretti e le altre piccole vittime delle orge
alimentari festive, è difficile non provare un moto di fastidio davanti alla
retorica delle pose ambientaliste di certi personaggi pubblici. Passi per
Berlusconi, che in età ha scoperto l’interesse per i minorenni del mondo
animale. Ma quelli progressisti, in un Paese dove un quarto della popolazione
ormai è a rischio povertà, forse potrebbero commuoversi anche per il destino di
altri agnelli sacrificali. Nel sentimento popolare ormai la sinistra è
identificata con macchiette di pseudo intellettuali da salotto che ingaggiano
furibonde battaglie ideologiche con grezzi antagonisti di destra su temi
rispettabili ma storicamente non essenziali nella storia delle lotte operaie,
come l’animalismo, i matrimoni gay, i prodotti a chilometri zero e il
linguaggio politicamente corretto. Argomenti che hanno il vantaggio di non
provocare alcun conflitto con gli interessi del neocapitalismo. Nessuno di loro
ha un amico povero o sfigato e se ne compare uno, quello è invariabilmente
reazionario. Sono i personaggi “di sinistra che compaiono nel cinema italiano,
da Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese
ai film di Luca Medici, in arte Checco Zalone (“Li hai visti? Il letto basso,
l’ippoterapia, il cibo vegano: questi so’ comunisti”). Per mancanza di
fantasia, nelle sceneggiature non è ancora comparsa un’altra diffusa macchietta,
il tipetto azzimato della sinistra “moderna” che dice soltanto cose di destra,
esalta le privatizzazioni, si eccita parlando di competizione e tecnologia 4.0,
ripete che non esistono pasti gratis e metterebbe in sezione il poster di
Marchionne invece del vecchio ritratto di Gramsci. Anni fa, in pieno
berlusconismo trionfante, Ezio Mauro scrisse che alla sinistra occorreva un
papa straniero, una metafora per dire uno cresciuto fuori dalle stanze del
partito. Oggi il papa straniero di sinistra è arrivato in carne e ossa ed è l’unico
a parlare ancora di fratellanza e giustizia sociale, povertà di massa,
sfruttamento dei lavoratori, guerra alla guerra, solidarietà internazionale. Ma
l’hanno eletto i cardinali del Vaticano e non un’assemblea di sinistra. Prima o
poi, per le leggi della storia, avanzerà un cavaliere libero anche nelle
praterie della politica per ridare voce a chi l’ha persa da troppi anni. Non
sarà difficile riconoscerlo perché non assomiglierà a nessuno di quelli che
vediamo tutte le sere in televisione.
Curzio Maltese – Contromano – Il
Venerdì di La Repubblica – 28 aprile 2017
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