Fu la curiosità a spingere Pandora ad
aprire il vaso che le aveva dato Zeus, liberando così i mali del mondo. E in
alcuni casi è stata proprio la curiosità, ma quella scientifica, a trovare
soluzioni in apparenza così miracolose da rendere gli scienziati miopi a
incongruenze e segnali d’allarme, fino al disastro. Lo racconta in Pandora’s lab (ovvero “Il laboratorio di
Pandora”, National Geographic, (..) ) Paul Offit, direttore del dipartimento
Malattie infettive al Children’s Hosital di Philadelphia.Offit si sofferma
su sette vicende in cui una maggiore
attenzione iniziale da parte degli uomini di scienza avrebbe evitato grossi
guai al mondo. Dalla “rivoluzione verde” dei fertilizzanti chimici – “L’azoto
sottratto all’aria e finito, attraverso i campi, nelle acque potrebbe essere la
causa della fine della vita sulla Terra” – all’invenzione sciagurata della
lobotomia, alla teoria dell’eugenetica. Nata, quest’ultima, non in qualche
birreria di Monaco di Baviera, ma nell’ufficio newyorchese di Madison Grant,
avvocato con il pallino della scienza, a cui Hitler nel ’25 inviò una lettera
di ammirazione. Ma non sono solo gli scienziati della domenica a fare gravi
errori, come mostra il caso dei due Nobel Linus Pauling (nel ’54 e nel ’62)
così convinto dell’utilità delle vitamine da aver incoraggiato un abuso che
produce gravi rischi. E, ancora a proposito di usi incontrollati, il più
attuale secondo Offit è quello degli antidolorifici, che ha portato il governo americano
a stanziare, il 19 aprile, 500 milioni di dollari per combattere quella che i
giornali definiscono l’epidemia dell’abuso di oppioidi. “Nel 1986 il medico
Russel Portenoy decise di sfidare la diffidenza che i suoi colleghi avevano
verso gli antidolorifici – da lui definita “oppiofobia” – pubblicata sulla
rivista Pain uno studio con 38
pazienti sotto oppioidi come l’ossicodone” spiega Offit. “Portenoy riportava
che tra tutti, soltanto due avevano sviluppato dipendenza, e che quei due erano
già stati tossicodipendenti in passato. Passò così il concetto che l’ossicodone
è “sicuro”. Ma è falso”. L’errore principale è stato pensare che ciò che è
ottimo per alleviare le sofferenze dei malati terminali potesse servire a
combattere qualsiasi forma di dolore. “Una prospettiva così invitante che
spense ogni spirito critico nel mondo scientifico, favorendo la
liberalizzazione di questi farmaci” osserva Offit. “Oggi tra i non malati di
cancro che usano oppioidi contro il dolore cronico, il 26 per cento sviluppa dipendenza”.
Buone intenzioni e esiti nefasti: un binomio ricorrente. “Basandoci su dati
insufficienti, negli anni Settanta abbiamo deciso che i grassi saturi erano
“cattivi” perché aumentavano il rischio cardiovascolare e pensato che i grassi
insaturi – ma idrogenati – della margarina fossero un’alternativa sana” spiega
Offit. “Uno dei peggiori errori della medicina: ciò ha causato 250 mila morti
per problemi cardiaci in più all’anno”. Ci sono poi i danni dovuti
all’allarmismo, come nel caso del Ddt dell’Italia negli anni Quaranta, che lo
usò per combattere la malaria e il tifo” spiega Offit. “Del resto il suo
inventore, Paul Hermann Muller, vinse il Nobel. Ma la prima grande
ambientalista mondiale, Rachel Carson – che resta comunque un’eroina per
l’allarme che lanciò negli anni Sessanta sui danni dell’uomo all’ambiente –
esagerò nello stigmatizzare il Ddt: non causa cancro all’utero e leucemia, come
sosteneva. Ma lei spaventò l’opinione pubblica e il Ddt fu bandito dall’Oms.
Risultato? La malaria ha continuato a uccidere. E solo nel 2006 l’Oms ha
cambiato idea, raccomandando l’uso del Ddt nelle regioni più infestate.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il
Venerdì di La Repubblica – 5 Maggio 2017-
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