Gli italiani sono,
secondo il Pew Research Center di Washington, il popolo più razzista d’Europa.
Primi assoluti nel detestare rom e musulmani, secondi solo ai polacchi
nell’antisemitismo, ma con qualche sforzo possiamo farcela anche qui. Poiché
l’opinione pubblica nazionale si forma, più che in ogni altro Paese europeo, attraverso la tv, forse
è il caso di rivedere le formule di alcuni talk show. Vorrei avanzare una
modesta proposta che tiene conto delle esigenze”spettacolari” ed economiche di
queste trasmissioni, ma anche della pur secondaria esigenza d’informazione. Si
potrebbero concentrare nella prima mezz’ora di programma i soliti ospiti
ululanti contro gli immigrati e i loro pallidi contraddittori caritatevoli.
Inscenare, cioè, la consueta colluttazione quotidiana della nota compagnia di
giro a caccia di clienti facili, garantire lo zoccolo di ascolti e quindi far
passare la prima ricca serie di spot. Dopo l’interruzione pubblicitaria, il set
potrebbe cambiare. Al posto della cagnara, un serio dibattito sul tema
dell’immigrazione fra persone intelligenti che magari svolgono professioni non
condizionate dal consenso. In tal modo, sarebbe più semplice ristabilire sulla
questione degli immigrati un minimo principio di realtà. Per esempio,
cominciare a distinguere fra chi arriva in Italia per cercare lavoro, ormai
poche decine di migliaia, e chi sta invece scappando da guerre e caos in Africa
e Medioriente, alcuni milioni. Nel primo caso, una nazione può e deve regolare
i flussi. Nel secondo, bisogna avere l’onestà di ammettere che l’Italia da sola
non può far nulla, se non cercare di coinvolgere l’Europa e l’Onu. Oppure
mandare l’esercito ad affrontare barconi carichi d’innocenti, donne, bambini,
operazione oggi impossibile perfino per una dittatura. Quanto all’immigrazione
economica, occorre ricordare alcuni banali dati. La classifica delle prime
venti nazioni per reddito e prodotto pro capite del mondo (l’Italia è verso il
trentesimo posto) coincide con quelle che hanno accolto più migranti. In un
Paese vecchio e a crescita zero come il nostro, l’immigrazione dovrebbe essere
semmai incoraggiata, sulla base del puro calcolo e non per “buonismo”. Nessun
governo di destra o di sinistra ha mai davvero chiuso le frontiere perché
sarebbe la catastrofe economica, e tutti lo sanno. Organizzare ogni sera la
caccia all’immigrato sulle reti nazionali serve dunque soltanto (spot a parte)
ad avvelenare il clima, abbassare ulteriormente i criteri di selezione della
classe dirigente e offrire al mondo un’immagine terribile di noi stessi. Già
gli italiani, come dire, non godono di buona stampa all’estero. Manca solo che
comincino identificarci come i razzisti d’Europa.
Curzio Maltese – Contromano
- Il Venerdì di Repubblica – 26 giugno 2015
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