Riesce Molto Difficile a chi guarda alle vicende romane da
lontano comprendere la logica con cui si muove il Partito democratico nei
confronti della giunta Marino. Di fronte allo sfascio morale evidenziato dalla
classe politica locale del centro-destra (ma questo era noto) e del centro-
sinistra (e questo invece suona un po’ sorprendente, pensando al coinvolgimento
di insospettabili come Luca Odevaine sul quale persone al di sopra di ogni
sospetto come Walter Veltroni e Nicola Zingaretti avrebbero messo la mano sul
fuoco) i vertici nazionali del Pd, Renzi in testa, insistono nel delegittimare
un sindaco di specchiata onestà, del tutto estraneo al malaffare. E’ vero che i
rapporti tra i due si sono incrinati subito: appena insediatosi Renzi al
governo, Marino ha puntato i piedi per avere i finanziamenti previsti dal
decreto “salva Roma”, bloccato proprio dal nuovo esecutivo. Ma questi sono
screzi non giustificano una strategia così miope e ondivaga nei confronti di un
sindaco che ha dovuto reggere l’ostilità di un Pd romano inquinato e “cattivo”,
come ha dimostrato l’indagine condotta da Fabrizio Barca. (..). Non si capisce
in base a quale diritto il premier-segretario si impicci della vita politica di
una città. sia pure dell’importanza della capitale. Roma non ha, contrariamente
ad altre capitali europee, come Parigi e Londra, uno statuto speciale: segue le
stesse regole politiche e amministrative di qualsiasi altro comune. In Questa Situazione Marino è l’unico argine all’antipolitica. Una figura “aliena” alla città
come la sua, certo nel bene per la gestione quotidiana, rappresenta un baluardo
i confronti del populismo più becero, di chi vuol fare di ogni erba un fascio
gridando “tutti corrotti”. Marino rappresenta l’ultima spiaggia per risollevare
la caratura morale del Pd, ammaccata non solo a Roma, ma anche in molte altre
parti d’Italia. Tra Marino e De Luca c’è probabilmente un abisso quanto a
efficienza e capacità amministrativa, ma ce n’è uno altrettanto profondo quanto
ad immagine pubblica. Impallinare il primo e blandire il secondo piega il nuovo
corso del Partito democratico alle convenienze politico-elettorali. In questo
modo il Pd svaluta la difesa dei principi, di cui la legalità ha rappresentato
per anni la stella polare della sinistra. Non si è ancora capito che la sfida con i 5Stelle che l’Italucum ci
proporrà alle prossime elezioni si gioca su questo terreno?
Piero Ignazi – Potere&poteri www.lespresso.it – L’Espresso – 16 luglio
2015
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