Etichette

mercoledì 15 luglio 2015

Lo Sapevate Che: Gelidi tecnocrati e populisti scamiciati...



La Storia Non Insegna Nulla. Neanche nella terra dove la Storia si è fatta Civiltà. La Grecia, dunque. Nel furore polemico degli opposti estremisti alimentati dalla netta vittoria del No nel referendum di domenica 5 luglio, la passione travolge la ragione. E’ già capitato troppo spesso nella nostra Europa. Una data, apparentemente minore, nella catena di avvenimenti che portarono allo scoppio della prima guerra mondiale: 4 agosto 1914. Quel giorno d’estate di 101 anni fa a Berlino i parlamentari della Spd, il più grande e influente partito socialista dell’epoca, votarono a favore dei crediti di guerra. Insieme ai rappresentanti del Kaiser Guglielmo II. Fiancheggiatori arrendevoli della politica aggressiva degli Imperi centrali. Quell’infausto giorno segnò la fine dell’internazionalismo pacifista predicato invano dalle organizzazioni operaie e socialiste riunite nella Seconda Internazionale. Alla solidarietà tra i popoli subentrò la ragion di Stato e l’orgoglio nazionale. La socialdemocrazia tedesca in quella tragica circostanza scelse il lealismo patriottico: la Germania innanzitutto, prima ancora che un estremo quanto gravoso tentativo di mediazione tra le nazioni ormai in guerra tra loro. Allo stesso modo gli altri “partiti fratelli” rivoluzionari rimasero immobili, prigionieri di un pensiero politico debole, privi di una prospettiva credibile. In forme diverse, ma comunque inconcludenti, furono subalterni alla logica dominante: la prova di forza della guerra. Una inutile strage, secondo la celebre definizione del pontefice di allora, Benedetto XV. Milioni di proletari uccisi o mutilati. E dopo ancora, il dilagare dei nazionalismi e dei totalitarismi del Novecento. (..). Numero Dopo Numero su “l’Espresso” stiamo raccontando e analizzando questo processo degenerativo (..) Infine questa settimana “Voi Tsipras noi Salvini”il trionfo . Perché il trionfo del populismo neo-nazionalista è il lascito avvelenato dello scontro tra i tecnocrati di Bruxelles e gli scamiciati di Atene. Comunque vada a finire la trattativa, del No dei greci si sono già impossessati partiti e movimenti pronti a lucrare un vantaggio elettorale. Appuntamenti con il voto sono in programma in Portogallo a settembre, in Spagna a novembre e in Irlanda a gennaio. I tempi brevi delle nostre democrazie sono maledettamente condizionati dall’ansia da prestazione: la ricerca del consenso immediato vocalissimo, prevale sulla visione strategica. Velocità nel prendere posizione, dunque, purchè porti voti. he poi porti anche nella direzione giusta, non è detto. Così Tsipras ha vinto il suo referendum e subito dopo ha incassato le dimissioni di Varoufakis, l’ex più famoso del momento. Così Marine Le Pen si prepara alla corsa per l’Eliseo. Così Salvini e Grillo pensano di mettere a reddito il loro no-euro. Persino la Merkel e Schauble nel loro compassato rigore non si sottraggono al facile populismo: se ci sono problemi è sempre e solo colpa degli altri. In questa Europa dalla memoria corta, tutti finiscono per essere gli ex di un passato che non insegna nulla.
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it @vicinanzal – 16 luglio 2015

Nessun commento:

Posta un commento