Inevitabili come le tasse, o l’ingorgo
stradale quando si è in ritardo, le sene di sesso sono parte obbligatoria di
ogni film o serie televisiva americana che voglia compiacere i finanziatori e
strappare qualche spettatore o inserzionista pubblicitario in più. “ Sex sells”, dicono i signori del
marketing: il sesso vende e fa vendere. E dunque sceneggiatori, registi e
attori sanno che, immancabilmente, dovranno assoggettarsi alla sequenza del
mugolio, del contorsionismo e dell’estasi finta. Finto? Finto, tutto finto,
ripetono diligentemente nelle interviste i protagonisti delle scene bollenti,
spiegando che anche il sesso è solo recitazione: come le sparatorie, le botte,
i voli, il sangue, gli effetti speciali costruiti al computer. Ma oggi si alza
una vocina di donna,sottile e ironica, che rompe il mito dell’”è soltanto
lavoro” e del “guarda che ci tocca fare per campare”. E’ la voce di un’attrice,
sceneggiatrice, regista e comica americana di origine indiana- nel senso che
viene proprio dall’India (..). Conosciuta come Mindy Kaling. Il segreto è che
simulare sesso sul set può essere, se non proprio squassante come vuole il
copione, gradevolissimo. “E’ esattamente come nella vita reale. Abbracciarsi,
baciarsi, rotolarsi nel letto o sul divano, accarezzarsi eccetera può essere
molto piacevole o al contrario, molto noioso. (..). Neppure la presenza di un
omone che imbraccia una cinepresa e incombe sul letto a pochi centimetri dal
proprio sedere,e di una schiera di fonici, registi, assistenti, segretari di
produzione in penombra sul fondo del set la disturba: “Se noi attori abbiamo
qualche difetto fisico, se la pelle non è perfetta, con il miracolo del
montaggio, del trucco o della controfigura tutto verrà corretto, ogni muscolo
scolpito, ogni curva levigata. E fingere di fare l’amore con qualcuno che ti
riprende non è poi tanto diverso dal fingere strazianti dolori, risate, duelli,
pianti sotto l’occhio che non sbatte mai le palpebre: quello della camera”. Soltanto
tornando a casa dal proprio amore ufficiale, e nelle interviste in scatola
confezionate dagli addetti stampa per le tv, gli attori ripeteranno in coro che
“è soltanto lavoro”, ma mentono. Quelli bravi s’impegnano e cercano davvero di
trovare qualche soddisfazione personale nella scena, perché mostrare di fare
soltanto finta e di essere in quel letto controvoglia, abbarbicati l’uno
all’altra giusto perché si è pagati e non si vede l’ora che le riprese siano
finite, irrita il pubblico. Se proprio sei costretta dal copione ad andare a
letto con Matt Damon, con George Clooney, con Ben Afflek, con Seth Rogen,
scatta un pizzico di orgoglio femminile, di puntiglio nello sforzo di
sollecitare qualche reazione positiva nel partner. “Non pensi a tutti quelli che
ti stanno attorno sul set, ma pensi seti capiterà mai più di stare nello stesso
letto, nudi tra le lenzuola, con queste star. Perché la scena sarà anche finta,
ragazze mie, ma Clooney è proprio vero”.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 11 luglio 2015 -
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