A scuola di sesso con mamma e papà.
Succede in America, dove queste lezioni “speciali” si fanno largo in un Paese
spesso bigotto. In classe, a causa di divieti religiosi, il tema si affronta
raramente. L’idea è stata dunque di organizzare lezioni pomeridiane di gruppo,
separatamente per maschi e femmine, a cui i ragazzi partecipino insieme ai
genitori. L’obiettivo: evitare che l’approccio alla sessualità finisca per
passare solo per i racconti dei coetanei, serie tv tipo Girls o, peggio, You-Porn,
e promuovere la conoscenza degli anticoncezionali. I corsi (costo: 70 euro) si
chiamano Great Conversations e grazie al passaparola hanno raccolto 14mila
partecipanti solo a Seattle e ottimi numeri in Oregon e California. L’obiettivo
+ attrarre le famiglie meno istruite, puntando su ironia e informalità.
All’inizio non è facile: le ragazze sono a disagio (braccia incrociate, occhi
bassi), le mamme si sentono in colpa. “Il mio lavoro è mettere in connessione
figli e genitori, educando due generazioni”, spiega Julie Metzger, che ha
inventato Great Conversation. In classe legge le domande scritte in forma
anonima e risponde. “Ogni volta che si fa sesso si fa un bambino?”, chiedono le
ragazze. Replica Metzger: “Per fortuna no, altrimenti ne avrei mille”. “E fa
male?. “Vi sembro una che farebbe mille volte una cosa che fa male?”, risponde
tra le risate. Anche in Italia, di educazione sessuale si continua a discutere:
oggi può essere insegnata nelle ore di scienze ma spetta alla scuola
organizzarsi e vincere le resistenze dei genitori. Maria Luisa Fusco, dirigente
scolastico, ha coordinato quest’anno un corso in istituto del beneventano. “Mai
un problema, solo qualche genitore ci chiedeva di ammonire i figli a non fare
sesso “prima del tempo”, racconta. “C’è bisogno di insegnare ai ragazzi cos’è
la sessualità”, ribadisce il ginecologo Emilio Arisi, presidente della Società
italiana per la contraccezione: “Dalle ricerche risulta che spesso i
giovanissimi la scoprono tramite amici o il web. E finiscono per confonderla
con la pornografia”.
D.C.P. – New- Donna di Repubblica – 18 luglio 2015
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