Circa un mese fa,
quando le previsioni su Grexit, default a fine dell’euro erano diventate
improvvisamente cupe, Romano Prodi così commentava:”E’ ormai chiaro che la
Grecia tanti soldi da pagare non li ha. Lo sapevano tutti. Il 25% dei greci è
disoccupato, il reddito è crollato molto più di quanto si attendessero i fautori dell’austerity.
La Grecia non ha lo sfogo dell’export che ha l’Italia: la Grecia esporta meno
della provincia di Reggio Emilia; vive di noli marittimi, un po’ di cemento, un
po’ di turismo. Se crolla il reddito interno, crolla tutto. E’ stato un braccio
di ferro in cui ognuno ha pensato che l’altro cedesse; invece per salvarsi
ognuno dovrebbe cedere qualcosa. Se la Germania fosse intervenuta all’inizio
della crisi, ce la saremmo cavata con
30-40 miliardi: oggi i costi sono dieci volte di più”. Mentre scrivo questa
rubrica, il destino greco è di nuovo appesp a un filo, perché la signora
Christine Lagarde, affascinante signora molto di destra, l’unica banchiera del
mondo che si veste con giacconi di pelle da motociclista griffati, vuole
assolutamente umiliare Yanis Varoufakis (altro motociclista col chiodo). perché
è di sinistra. Due cose sono curiose: che la crisi europea avvenga su volumi da
container di parmigiano-reggiano, e che, se l’Fbi non avesse eliminato dalla
presidenza del Fondo Monetario Dominique Strauss Kahn, Lagarde non sarebbe lì.
Dominique, peraltro, era sicuramente un vecchio porco, ma era anche il primo banchiere
di sinistra al Fmi e, in particolare, aveva un piano sensato per far uscire la
Grecia dalla crisi senza martirizzarla.
Strano mondo,quello dell’economia internazionale. Prendete l’Italia. Nel
2012 l’Italia era come oggi la Grecia, sull’orlo del default, con i nostri
titoli di Stato diventati spazzatura e Berlusconi più intento a pagare ragazze
e avvocati che a far scendere lo spread. Mario Monti (che era il nostro Tsipras, o meglio il suo opposto) risolse la
questione velocemente e senza drammi. Solo adesso, con due inaspettate sentenze
della Corte Costituzionale, si è appreso come:bloccando l’indicizzazione delle
pensioni e i contratti degli statali. Pensionati e mezze maniche, quasi senza
neanche accorgersene (anche perché all’epoca nessuno lo disse) risanarono il
buco italiano versando complessivamente un qualcosa come 50 miliardi di euro.
Che sono poi circa sette volte l’export di Reggio-Emilia o, se preferite, della
Grecia. Mi rendo conto che queste cifre e questi paragoni sono strampalati; forse
però sono un’indicazione della pazzia e dell’ingiustizia del mondo moderno.
Dove Veronica Lario (grazie al fatto che suo marito si accompagnava alle
ragazzine facendo salire lo spread) incasserà nei prossimi trent’anni quasi 500
milioni di euro, cioè circa metà della tranche su cui si sta intignando
Chistine Lagarde. Ricordano gli annali che 70 anni fa, esattamente il 14 luglio
1945, le donne lavoratrici di Torino, scioperarono e occuparono l’Unione
Industriale, chiedendo la “contingenza” uguale a quella degli uomini. E
l’ottenerono. Altri tempi, altre donne, altro dopo-guerra.
Enrico Deaglio – Annali – Il Venerdì di Repubblica – 3 luglio
2015 -
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