I documenti bancari, le informazioni personali, le cifre
delle campagne di crowdfunding. I film scaricati con cura, le app, le playlist
selezionate, gli ebook, le foto. A chi andrà la nostra eredità digitale
conservata in vita su social network e nei servizi cloud? Al Wired Next Fest 2015 di Milano, davanti
a un pubblico transgenerazionale, ne BBIAMO SAPUTO DI Più DAL NOTAIO Ugo
Bechini, studio a Genova, al tavolo con Goole e Facebook per dirimere faccende
come questa. Con tono lieve e puntuale, Bechini spiega: “Lasciare in eredità il
nostro archivio online è una cosa che si può già fare”. Il notaio parte dalle
ricerche della giovane collega Danah Boyd, una mente di Microsoft Research. Dal
febbraio di quest’anno, per esempio, Facebook consente – ora negli Usa e presto
ovunque, con la funzione Legacy Contact
– di capire che fare dei propri account in caso di decesso.”Quando si parla di
diritti sul web bisogna considerare che ci sono sempre di più contenuti con un
valore economico. Per non parlare di quelle professioni (medico, reporter,
fotografo, avvocato) che memorizzano online materiali importanti, spesso unici,
che rischiano di perdersi se gli account diventano inaccessibili. E se per
l’internet banking esistono regole precise, con tanto di contratto firmato in
banca, su altri aspetti non escluderei che i nostri beni digitali passino ai
proprietari delle piattaforme web”. Allora cosa fare?”La cosa migliore è un
mandato post mortem: si scrivono su
un foglio tutti i dati, dagli username alle password, con le istruzioni precise
di ciò che è contenuto; si mette in busta chiusa e si consegna a una persona di
fiducia”. Utili, infine, l’aggiornamento periodico dei dati nel mandato, così
come il backup del proprio computer.
Giuliana Zoppis – News – Donna di Repubblica – 20 giugno 2015
-
Nessun commento:
Posta un commento