Più di un anno e mezzo fa incontrai una ragazza. Fino a quel
momento io ero solo un chitarrista, lei era una polistrumentista e cantante
molto talentuosa. Qualhe tempo dopo ebbi modo di apprezzare la veridicità di
risposta a un lettore letta sulla sua rubrica: “l’Amore crea soggettività
nuove”. Infatti, dopo quell’esperienza non ero più solo un bravo chitarrista,
ma anche un ottimo cantante. Quando incontrai questa ragazza ero single, e
vissi quell’esperienza senza limiti, gettandomi perdutamente tra le sue
braccia, fidandomi ciecamente di lei. Da lì a poco mi accorsi che era sua
abitudine avere tanti uomini e che era obbligata, per mantenere in piedi il suo
castello di carte, a mentire spudoratamente a tutti. Decisi di chiudere, perché
amare nella mia vita si è sempre tradotto in chiarezza, onestà, in una
dedizione totale e appassionata verso una sola donna, nel sentirmi la metà di
qualcosa di unico e irrepetibile. (..) Non lo so, forse sbaglio, forse il mo
tono è eccessivamente perentorio, ma penso che oggi sia opportuno riscoprire
alcuni elementi fondamentali dello stare insieme tra cui anche il significato
di “amore” e di “usare”. Per quello ci sono i centri commerciali e le
discariche, Lei che ne pensa?
Alessandro Cardilli – alessandrocardilli85@l.gmail.com
è quando la ragazza se
Mai “gettarsi perdutamente: né in un burrone né nelle braccia
di una ragazza, perché quando la ragazza se ne va porta via l’anima che, senza riserve,
le abbiamo consegnato e noi restiamo “disanimati”. La sua ex ragazza aveva
relazioni e “per tenere in piedi il suo castello di carte mentiva
spudoratamente a tutti”. A lei non pare che questo sia stato e sia il
comportamento abituale di molti uomini? Solo che quando si tratta di uomini
questi comportamenti sono considerati indicatori di successo, mentre se si
tratta di donne, questi comportamenti sono spudorati. Ance nel linguaggio
dobbiamo farne ancora molta, di strada, per raggiungere la parità di genere.
Nell’amore lei vuole sentirsi qualcosa di unico e irrepetibile. Come un bambino
per la sua mamma? Non ha ancora imparato che l’amore per i figli è
incondizionato, mentre quello che scegliamo, dopo aver lasciato la madre e il
padre, è sempre condizionato dai vantaggi reciproci che da quella relazione si
ottengono, fosse anche il vantaggio di sentirsi “unico e irripetibile”? Che mi
pare, tutto sommato, una pretesa un po’ eccessiva, carica anche di una buona
dose di narcisismo, che , come lei sa, è l’esatto contrario dell’amore. (..).
Non facciamoci del male, quando amiamo “gettandoci perdutamente nelle braccia
dell’altro”, perché quando annulliamo nell’altro la nostra individualità, non
siamo più neanche interessanti per l’altro. Non dimentichiamo, infine, che
quando un amore ci lascia non soffriamo solo per quella perdita, ma forse e
soprattutto per l’offesa narcisistica di chi non è stato in grado di legare e
tenere incatenato un amore. In questo caso probabilmente d’amore non si
trattava, ma di potere. Ed essere sconfitti sul piano del potere non fa
soffrire di meno di quanto non faccia la malinconia di un abbandono. Ma queste
avvertenze altro non sono che i moniti di un vecchio che la passione giovanile
non è disposto, o perlomeno fisica, a capire. Mi perdoni.
umbertogalimberti@repubblica.it
– Donna di Repubblica – Donna di Repubblica – 18 luglio 2015
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