Altro che il web.
Esiste una rete sotterranea in cui tutti comunicano, si esprimono e si
capiscono semplicemente immergendo tradizionalmente la testa sotto la sabbia, o
almeno in qualche punto dove la luce non arrivi. Non serve nemmeno un kit,
tuttalpiù un manualetto, che chiunque può
imparare a memoria. E’ lì, sotto la superficie, che si giocano carriere e
poteri, sopravvivenze e affari. Chiunque può farlo, e la convenienza è talmente
evidente che fin dall’infanzia siamo addestrati da chi ci circonda a muoverci
in questo mondo condiviso. Fa solo ridere sentir parlare della luce in fondo al
tunnel, quando la sua presenza o meno è solo una scelta di carattere personale,
di gruppo, di generazione, di cultura, di interesse. D’altronde, come affermano
i clinici più accreditati, guardare fa male.
maxbuchi@yahoo.it – Il
Venerdì di Repubblica – 24 Luglio 2015 -
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