Etichette

mercoledì 15 luglio 2015

Lo Sapevate Che: Per tutti i nostri guai non c'è un solo colpevole...



Un giornalista campano è stato licenziato per ordine di un boss, e per fortuna si è trattato di un “semplice” licenziamento. Allora le chiedo: quale differenza esiste tra “un giornalista licenziato su ordine del boss”, “un dipendente mobbizzato su ordine del superiore”, “ un insegnante allontanato dal manager della nuova scuola targata Renzi”, e per finire “un emigrato fermato nella sua rocambolesca e pericolosa traversata”? Secondo me, a parte la diversa gravità dei casi, non c’è alcuna differenza per quanto riguarda quella particolare attitudine che potremmo battezzare, per intenderci, “donrodrighismo”. Don Rodrigo infatti è l’archetipo della piccola prevaricazione che asserva l’Italia. Signorotto cinico e sprezzante con tutti quelli che hanno qualcosa da obiettargli, nel suo palazzo, nella sua azienda o scuola o territorio si sente forte, impunito e impudente, perché pensa di non dovere dare conto a nessuno, circondato da un manipolo di personaggi a lui asserviti, costituito dagli affiliati alle famiglie mafiose, dai capi del personale, dai vice-presidi, dai colleghi zelanti e dagli arruffapopolo locali. Tra costoro ai annidano sempre più abbondi e azzeccagarbugli e sempre meno fra cristofori.
Giuseppe Ferrara – giuseppeferrara_026@fastwebnet.it
Le sue domande sono troppe e tra loro molto diverse, anche se accumulate dalla sua metafora manzoniana. Per ragioni di spazio le mie risposte sarannodi necessità brevi. 1.Che un giornalista venga licenziato su ordine di un boss, capiterà finchè non avremo debellato la mafia, che non è composta solo da mafiosi, ma anche da politici con loro collusi. Siccome per questo ci vuole una chiara volontà politica e probabilmente molto tempo, al momento sarebbe stato possibile non licenziare il giornalista e, per non esporlo a rappresaglie sanguinarie, farlo lavorare nel giornale esonerandolo dallo scrivere(..). 2. Se non è per ragioni di inefficienza, e per giunta e per giunta in presenza di norme che non ne consentono il licenziamento, praticare il mobbing nei confronti di un dipendente è una pratica distruttiva , perché pur corrispondendogli lo stipendio, lo si demotiva, facendogli perdere l’autostima e al limite il senso della propria identità (..). 3. Per quanto riguarda l’insegnante allontanato dal dirigente scolastico, anche con la nuova normativa in discussione su “la buona scuola”, questo non mi pare ancora possibile, anche se a mio parere sarebbe auspicabile, perché ancora troppo numerosi sono gli insegnanti non all’altezza del loro compito che, una volta vinta la cattedra, per quarant’anni possono continuare a demotivare gli studenti per poi lamentarsi che gli studenti sono demotivati.(..). 4. Infine, per quanto concerne gli immigrati, oltre alla non accoglienza, non trovo sia una soluzione respingerli in Libia dove, dopo aver attraversato il deserto tra mille difficoltà e con molti loro compagni morti e feriti, vivono chiusi in galere con poca acqua e poco cibo, senza cure mediche, con donne incinte perché stuprate, come ha documentato un ottimo servizio messo in onda lunedì 18 maggio. E questo perché un’Europa che si dice cristiana, nonostante abbia rimosso il messaggio evangelico che invita ad accogliere lo straniero, non si rende conto che non siamo di fronte a un fenomeno passeggero limitato nel tempo e nei suoi effetti, ma a un fenomeno endemico e inarrestabile, che costringe molti uomini e donne a preferire una morte possibile a una morte certa nel loro paese.
umbertogalimberti@repubblica.it – Donna di Repubblica – 4 luglio 2015 -

Nessun commento:

Posta un commento