Ci vorrebbe oggi un
Giorgio Manganelli per chiarire com’è cambiato il concetto di “troppità”.
Rispetto all’esplosione del consumismo negli anni 60, oggi non abbiamo troppo
di tutto, ma troppo dello stesso. La nostra giornata è in gran parte occupata
da finte scelte fra un prodotto e l’altro, un’offerta fra migliaia , un lavoro, un’opinione o
un’occasione di divertimento che, dietro lo scintillio di marchi differenti e
di solito assai ben studiati, ci offrono in sostanza la stessa mercanzia
globale. Nicola Piovani suggerisce l’esperimento di abbassare i toni alti della
radio, quando per esempio si fa un lungo viaggio in auto in modo da non
percepire bene le melodie delle canzoni. Si scopre così che per 24 ore al
giorno, tutti i giorni, tutte le stazioni o quasi trasmettono un ritmo
identico. La solita musica. Così una colonna sonora permanente accompagna i
momenti della nostra giornata. Se vado al supermercato sono travolto dall’abbondanza
di merci che in realtà si traducono in un solo tipo di pasta, fatta d’indigesto
grano industriale, pochi tipi di vini, biscotti, alimenti vari. Trovare un vino
particolare, non amato dalla maggioranza, per esempio la Malvasia di Bosa, è
diventata un’impresa perfino nelle enoteche specializzate. Se poi analizzassi
in un laboratorio le centinaia di prodotti d’igiene, sciampi, bagnoschiuma,
saponi, detersivi, scoprirai che sono in realtà una sola composizione
impacchettata in maniera differente e con inspiegabili variazioni di prezzo. Al
generale De Gaulle, che domandava come si potesse governare un Paese che
produce 246 diversi tipi di formaggi, le grandi corporation hanno dato
finalmente risposta: governando il mondo con tre o quattro offerte in tutto.
Nella produzione immateriale o nel campo dello svago culturale le cose non
vanno meglio. I viaggi più esotici si sono trasformati in un soggiorno nello
stesso albergo che trovate sotto casa. Non stupisce che molti preferiscono
rivolgersi ad Airbnb o ai siti di scambio case. oltre a fare risparmiare, le
abitazioni delle persone sono più affascinanti delle grandi catene. La
classifica dei romanzi e dei film di successo propone quattro trame fisse, dove
le svolte narrative sono prevedibili con precisione matematica. Se voglio
informarmi sulla rete posso scegliere fra decine di siti che raccontano la
notizia del giorno nello stesso modo e la commentano da un unico punto di
vista, in genere coincidente con l’opinione dominante. Seguono i commenti dei
lettori, inaugurati da un complimento all’autore, seguito da un insulto
(entrambi senza una spiegazione) e da un terzo che rimanda ad altri problemi
più importanti (per esempio: “ma quando riportiamo a casa i marò?”. I seguenti
cento riproducono questo schema.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 10
luglio 2015 -
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