La Democrazia E’ Un
Sistema regolato da
libere elezioni: chi vince governa, chi perde controlla dai banchi
dell’opposizione. Funziona così, per esempio, in Inghilterra, dove il partito
sconfitto esprime perfino un governo ombra (Shadow
Cabinet), per contrastare punto su punto le decisioni della maggioranza. E
in Italia? Le elezioni non le vince mai nessuno, sicchè governa chi le perde.
Mentre l’opposizione è una melassa, un corpo fluido e in continuo movimento,
come le porte girevoli di questo Parlamento. Capita perciò che siano ormai 269
i cambi di casacca, un record da fare invidia a Fregoli. L’ultimo trasformista
è il senatore Pepe, che ha lasciato i 5 Stelle per entrare nel gruppo misto,
poi ha lasciato il misto per entrare in Gal. Che a sua volta è un gruppo
supermisto, dato che s’articola in sette componenti: c’è Grande Sud ma c’è
anche Noi Sud, c’è Vittime della Giustizia e del Fisco e c’è Tremonti, ex
ministro del Fisco. Fra i suoi componenti, qualcuno appoggia l’esecutivo Renzi;
qualcun altro no; qualcuno l’appoggia a giorni alterni, come il senatore Mario
Mauro. (..). Segnali obliqui, messaggi trasversali. Come quelli che sulla
sponda opposta lancia a Renzi la pattuglia di Verdini: il nemico che ti salva
dall’amico. Sicchè i destini del Premier dipendono dal soccorso
dell’opposizione, un’opposizione di lotta e di governo. Il suo campione è
Zanetti, segretario e sottosegretario. Nel primo caso di Scelta civica, partito
sempre più critico nei confronti del governo; nel secondo caso del governo,
sempre più critico verso Scelta civica. Sarà per questo che c’è bisogno di
pontieri. Il Pd ne vanta una nutrita collezione, anche perché da quelle parti
abbondano i pentiti,categoria che spesso coincide con la prima. E’ il caso di
Matteo Orfini, ex portavoce di D’Alema e adesso presidente del Pd; o di
Alessandra Moretti, ex portavoce di Bersani e candidata da Renzi in ogni dove,
dall’Europarlamento al Veneto. Diceva Massimo D’Azeglio: “Beati i Paesi dove non vi sono che due
partiti: uno del presente, il Governo; l’altro dell’avvenire, l’Opposizione”.
Ma il sol dell’avvenire non brilla su questo Parlamento. Né brillerà in futuro,
dal momento che l’Italicum frantuma l’opposizione, la spalma come nutella sugli
scranni. La nuova legge elettorale, infatti, confeziona un premio di
maggioranza, ma anche un premio per la minoranza che esca sconfitta al
ballottaggio; e per sovraprezzo, come una soglia d’accesso al 3%, popola la
Camera di partiti e partitini. Poco male, dato che presto o tardi (in Italia,
presto) ogni partito si sfarina. (..) Però Non E’ Del Tutto
Vero che a Renzi
manchi un contraltare, un’istanza d’opposizione e di controllo. Non c’è in
Parlamento, con l’unica eccezione dei 5 Stelle. Ma c’è là fuori. Giudici,
sindacalisti, docenti della scuola. Le inchieste su Mafia Capitale, le
iniziative di Landini, gli sciopero contro la Buona scuola con milioni di
persone in piazza. Sono loro gli oppositori del governo. I parlamentari no,
hanno altro da fare ì. Sono impegnati ad eseguire l’ammuina: “Tutti chilli che
stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e
chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta: tutti chilli che stanno abbascio
vann’abbascio passann’ tutti p’o stesso pertuso: chi nun tene nient’ a ffà,
s’aremeni a ‘ cca e a ‘llà”.
Michele Ainis – Legge e libertà www.lespresso.it michele.ainis@uniroma3.it –
L’Espresso-2 -07-15
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