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giovedì 30 luglio 2015

Lo Sapevate Che: La blogger Galatea ci porta ad Atene. E Socrate diventa una guida turistica...



Talete? Ah sì, quello dell’acqua principio di tutte le cose. Anassimandro? L’infinito. Anassimene? L’aria. Ecateo geografo e Ippodamo urbanista. Queste cose le ricordiamo tutti dai tempi del liceo. Ma perché uno si era fissato con l’acqua e l’altro con l’aria? Se non ragioni sui perché, e trovi spiegazioni chiare e plausibili, i principi te li scordi. E proprio dai perché parte Mariangela Galatea Vaglio (la nota blogger Galatea) che in Socrate, per esempio (..) ci racconta i filosofi greci come non li abbiamo mai neppure pensati. Dà concretezza ai discorsi teorici e fumosi dei manuali di liceo, e con la sua ironia dissacrante ci fa pure divertire. Il metodo sembra lo stesso di Didone, per esempio, il suo libro d’esordio che l’estate scorsa ha fatto compagnia a tanti sotto l’ombrellone. La scrittura disinvolta ci ha regalato spassosissime incursioni nelle vite dei grandi dell’antichità che, a saperle raccontare, “sono meglio di Beautiful”. Leggevamo racconti chiusi ognuno in se stesso, anche se legati l’uno all’altro in modo da percorrere tutta la storia antica. Mentre in Socrate, per esempio Galatea ha creato un libro che, benché diviso in biografie, è un tutto unitario in cui ha riversato la sua profonda conoscenza dei Greci antichi, e la sua lunga esperienza di insegnante capace di trovare modi semplici e divertenti di raccontare anche le teorie più complesse. Così fa scaturire le idee dalle storie di vita dei singoli filosofi, quelle che nessuno racconta mai, cercando come sempre di cogliere il carattere dei personaggi, il loro modo di stare al mondo. Perché “erano esseri umani anche loro”, e per nulla svagati ma intraprendenti fondatori di città e legislatori, politici e architetti, piantagrane scatena tori di rivolte e diplomatici sopraffini. E attorno a loro c’era un mondo di commerci, viaggi di scoperta, guerre, rivolte, alleanze e intrighi di corte. Galatea riesce insomma a disegnare un grande affresco polifonico del mondo greco antico. A modo suo, certo: ci racconta la sua Grecia e in fondo ci spiega anche perché l’ama. E perché solo da un popolo capace di dare forma e ordine a ogni cosa, di analizzare tutto con logica e cogliere la sintesi pur tra l’individualismo e l’anarchia più totali, poteva venire fuori il nome tutelare della cultura occidentale. Beh, sì proprio lui quello che non stava bene se non spaccava il capello in quattro: Socrate.
(cinzia dal maso) – Alle radici della civiltà – Il Venerdì di Repubblica – 17 luglio 2015

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