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martedì 21 luglio 2015

Lo Sapevate Che: Onor di firma...



Come Dire Un’altra  storia di firme false per la presentazione di liste elettorali, in Piemonte, è sintomo minore ma erto dello stato di malattia della democrazia rappresentativa. La firma è infatti la certificazione di una volontà individuale espressa con una presenza fisica: sono andato al punto di raccolta e ho lasciato la mia firma. Dalle storiche campagne referendarie radicali alle più recenti elezioni primarie per la scelta dei candidati, degli appelli alle petizioni, la firma implica una partecipazione (prima ancora che un’adesione). Il cerimoniale resiste anche alla pur lecita avanzata digitale: nelle università, per esempio, la firma elettronica non ha abrogato (non ovunque) quella sulla carta di statini, moduli, libretti e registri; almeno in Italia. Inoltre, i pagamenti con carta di credito vanno ancora sanciti on la firma dello scontrino. Ogni volta che un addetto i tende un modulo in cui ha magari indicato on una x  matita il punto in cui firmare; ogni volta che prendiamo la sua biro; ogni volta che sgorbiamo il nostro nome e cognome in modo che si ritiene autentico e personale il vecchio mondo si prende una rivincita su quello nuovo, e ancora immaturo, che pretende di sostituirlo. Cosa fa, allora, la democrazia rappresentativa di fronte alla nostra scarsa voglia di partecipare? Mette in scena una rappresentazione: stampa nomi di ignari cittadini e aggiunge firme fasulle.
Stefano Bertezzaghi – Visioni – L’Espresso – 16 luglio 2015

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