Ha successo tra chi
pensa “è uno di noi”
Berlusconi ricorda Bush
jr o il sindaco di Toronto che ha fumato crack, ma è ancora in carica.
E piace alla gente
comune: ottimo per una pizza…
In questo momento in cui le fortune del politico italiano di
maggior successo nei tempi moderni sembrano aver raggiunto il livello più
basso, e si scrivono ancora una volta i suoi necrologi, è tempo di fare quel
che i suoi avversari non avrebbero in realtà mai voluto fare: chiedersi perché
il messaggio di Silvio Berlusconi abbia avuto tanto successo. Che è poi un modo
per capire, ancora una volta, come mai questi necrologi siano prematuri.
A leggere “Il Giornale”, sembrerebbe che il politico
straniero più adatto come pietra di paragone si John Fitzgerald Kennedy. Ma
sorvoliamo su questo confronto offensivo scegliendo invece due esempi più
plausibili e più contemporanei: Rob Ford, il sindaco di Toronto, e George
W.Bush (ve lo ricordate?).
Ora, ben pochi di noi considererebbero Ford come un paragone
lusinghiero. Il sindaco di Toronto è grasso e goffo. Non ha niente di elegante.
Ha dovuto ammettere che fumava crack, che acquistava due altre droghe illegali
ed era spesso ubriaco. Video che lo incriminano si possono trovare su Internet.
Il risultato è che gli hanno appena tolto molti dei suoi poteri di sindaco. Ciò
nonostante, Ford resta in carica. E ha buone possibilità di essere rieletto. Il
grosso dei suoi sostenitori non sembra preoccuparsi per tutti questi scandali.
L’ex presidente Bush è un caso un po’ diverso. Non beve
alcol, dopo aver smesso di ubriacarsi (e molto probabilmente di drogarsi) a
conclusione di una gioventù dissoluta. Appare in forma e ha un bell’aspetto.
Non ha provocato alcuno scandalo durante il suo mandato, salvo quelli
direttamente derivanti dalle sue politiche.
Eppure c’è un motivo per confrontarlo con Berlusconi e Ford,
che ci riporta a una domanda rivoltagli dai suoi elettori durante la sua
campagna per le presidenziali contro Al Gore nel 2000 e, di nuovo, durante
quella per la sua rielezione contro John Kerry nel 2004. La domanda era questa:
con quale dei due candidati preferiresti bere una birra e mangiare una pizza?
La risposta della maggioranza è stata chiara, entrambe le volte: George W.
Bush.
Nel caso di Bush, gli elettori pensavano che fosse più
simpatico, più divertente, più simile a loro, pur essendo un membro di una
delle famiglie più ricche d’America. Nel caso di Ford, il sentimento di
vicinanza è ancor più forte. Gli elettori, o almeno un numero sufficiente di
essi, pensa che egli risponda a due requisiti essenziali per qualsiasi
elettorato: è “uno di noi” e sta “dalla nostra parte”. Non c’è bisogno per
essere grassi e goffi, né di fumare crack per possedere questa questa forte
attrattiva. In Gran Bretagna, 35 anni fa una donna di nome Margaret Thatcher
aveva anche’essa quei requisiti, nonostante ben pochi (e forse nessuno) degli
elettori avrebbero mai pensato che fosse divertente bere una birra e mangiare
una pizza con lei.
Ma la sua forza stava nel fatto che veniva percepita come una
figura estranea all’elite politica di allora, capace di comprendere la vita
delle persone comuni e di stare “dalla loro parte”. Non tutti la pensavano allo
stesso modo, ovviamente. Così, divenne un personaggio che creava discordia e in
seguito dimostrò di non essere più in sintonia con la realtà. Ciò nonostante,
la sua popolarità iniziale traeva forza da queste sue caratteristiche.
I suoi avversari non dovrebbero mai dimenticare questo quando
si confrontano con il Cavaliere, il cui successo politico deriva, come nel caso
del sindaco di Toronto, dal fatto di apparire, sempre, come “uno di noi”, che
sta “dalla nostra parte”. Non importa se possiede grandi case lussuose ed è
circondato da donne affascinanti, magari anche prostitute: è ciò ch vorremmo
anche noi se avessimo le stesse possibilità, lo stesso successo che lui ha
negli affari. Se si è messo nei guai in qualche caso, che male c’è? Chi non ci
finisca prima o poi?
Berlusconi riesce a trovare
un linguaggio che continua a convincere gli elettori che lui è dalla
loro parte. Qualcuno ha mai pensato la stessa cosa su Mario Monti? Possono
averlo (giustamente) ammirato e rispettato. Possono essersi fatta di lui l’idea
di un uomo adatto a trasmettere una
migliore immagine dell’Italia in tutto il mondo. Ma non certo di uno che sta
dalla loro parte.
Le lezioni da trarre per tutti i suoi avversari, di tutti i
partiti e quali che siano le loro ambizioni sono semplici. Innanzitutto, non
morirà, politicamente, fincè continuerà ad apparire come un personaggio vicino
alla gente. E, secondariamente, anche chi voglia succedergli non può fare a
meno di possedere questa caratteristica essenziale.
Traduzione di Mario Baccianini
Bill Emmott – L’Espresso – 5 Dicembre 2013
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