Le Scarpe Di Natale
C’era una volta una città in cui gli abitanti non si dicevano
mai “buongiorno”; nessuno diceva mai
“per piacere; quasi tutti avevano paura degli altri e si guardavano
sospettosamente.
Il capo della polizia non aveva mai abbastanza poliziotti per
punire….La sera, rientravano tutti a casa correndo e poi sprangavano le porte.
Ma c’era Cristiana, detta Cricrì. Cricrì aveva i capelli
biondi come laghetti di montagna e non pensava mai: “Chissà che cosa dirà la
gente”. Nelle città si facevano molte dicerie sul suo conto. Perché Cristiana
aiutava tutti quelli che avevano bisogno di aiuto, consolava i bambini che
piangevano e anche i vecchietti rimasti soli, perché accoglieva tutti coloro
che chiedevano un po’ di denaro o anche solo qualche parola di speranza.
Tutto questo era scandaloso per a città. Non potevano
sopportare ulteriormente quel modo di vivere così diverso dal loro. E un giorno
il commissario con venti poliziotti andò ad arrestare Cricrì. E per essere
sicuro che non combinasse altre stranezze, la fece mettere in prigione. Perché
era la vigilia di Natale. Natale era una festa, ma molti non sapevano più di
chi o di che cosa. Sapevano soltanto che in quei giorni si doveva mangiare bene
e bere meglio. E soprattutto, la sera della vigilia di Natale, tutti dovevano
mettere le proprie scarpe davanti al camino, per trovarle piene di doni il
giorno dopo. Una cosa questa che, nella città, facevano tutti, ma proprio
tutti. Così fu anche quel Natale.
All’alba, tutti guardarono le scarpe, per trovare i loro
regali…Ma …che era successo? Non c’era l’ombra di un regalo. Neanche un torrone
o un cioccolatino!
E poi…le scarpe! In tutta la città, le scarpe risultavano
spiate. Il commendator Bomboni si trovò con una scarpina da ballo, una vecchia
ottantenne aveva una scarpa bullonata da calcio, un bambino di cinque anni
aveva una scarpa numero 43, e così di seguito. Non c’erano due scarpe uguali in
tutta la città! Allora si aprirono porte e finestre e tutti gli abitanti
scesero in strada. Ciascuno brandiva la scarpa non sua e cercava quella giusta.
Era una confusione allegra e festosa. Quando i possessori delle scarpe
scambiate si trovarono, avevano voglia di ridere e abbracciarsi.
Si vide il commendator Bomboni pagare la cioccolata a una bambina
che non aveva mai visto e una vecchietta a braccetto con un ragazzino.
Quando però il commissario sentì il gran trambusto che veniva
dalla strada, pensò a una rivoluzione e corse a prendere le armi che teneva sul
camino. Immediatamente il suo sguardo cadde sulle scarpe che aveva collocato
davanti al camino. E anche lui si bloccò, sorpreso. Accanto alla sua pesante
scarpa c’era…una pantofola di Cricrì. Stringendo la pantofola in mano, il
commissario corse alla prigione. La cella dove aveva rinchiuso Cricrì era
ancora ben chiusa a chiave. Ma la ragazza non c’era. Ai piedi del tavolaccio,
perfettamente allineate c’erano l’altra scarpa del commissario e l’altra
pantofola. Dal finestrino, protetto da una grossa inferriata, proveniva una
strana luce: era bionda e calda come il sole e aveva dei luccichii azzurri,
come succede nei laghetti di montagna.
E incominciò a capire.
B.F. Bollettino Salesiano – Dicembre 2013
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