Arrivano I Cobas Dei
Tatuatori
Le varie componenti dei
forconi si dividono.
Tra calciatori senza
contratto e comparse degli enti lirici, Napolitano riesce a stroncare il
movimento. Con un severo monito e un discorso che strema i manifestanti
Come sarà il clima politico e sociale nel 2014?
Secondo gli analisti lo scontro tra Piazza e Palazzo potrebbe arroventarsi fino
a diventare ingovernabile.
Vediamo
alcuni possibili scenari futuri.
Il Movimento Quante sono le componenti del
movimento? E soprattutto, quante diventeranno? Né la sociologia né la
matematica bastano più a stabilirlo. La crisi economica galoppa e le categorie
sul lastrico sono ormai migliaia. Anche i produttori di parapendio, i lettori
radiofonici di notiziari meteo e i Cobas dei tatuatori si uniscono ai cortei.
Fa sensazione un blocco autostradale dei calciatori senza rinnovo di contratto,
una lunga barriera umana, spalla a spalla, con le mani unite a riparo dei
genitali, posta esattamente a 9,15 metri dai camion in arrivo. Si riscoprono
mestieri ritenuti scomparsi: i cardatori di lana, le entraineuse di scuola
classica (ricevono solo in salottini con tappezzeria fiorata), le commesse che
non danno del tu ai clienti. Il Censis diffonde uno studio allarmante: una sola
categoria, tra le oltre 10 mila censite, può vantare un netto aumento degli occupati,
gli ospiti di talk-show dedicati alla crisi.
Dialogo Giorgio Napolitano, con un gesto
irrituale, riceve al Quirinale una delegazione del movimento dei Forconi,
formata da un camionista con sei figli rimasto senza lavoro e dal padroncino
che lo ha appena licenziato. I due, nel corso dell’animata discussione nel
Salottino Beige, vengono alle mani e si rotolano avvinghiati sul pavimento, tra
insulti atroci e urla di dolore. In attesa che i corazzieri riescano a
separarli, Napolitano rivolge alla delegazione “il più sentito ma anche vigile
sollecito affinché le ragioni del dialogo prevalgano, mettendo da parte le
inaccettabili inimicizie che tanto danno arrecano al corretto dipanarsi della
dialettica tra le parti sociali”.
Le Roncole Un ramo oltranzista dei Forconi
genera le Roncole, che in una manifestazione di protesta disboscano Villa
Borghese e con la legna ricavata formano una gigantesca pira attorno alle mura
del Quirinale, appiccando il fuoco. In un comunicato ufficiale, ancora
leggibile nonostante sia parzialmente annerito dalle fiamme, Napolitano “con
pacatezza, ma anche con fermezza, invita le parti sociali a non cedere a facili
scorciatoie e a perseguire con determinazione quella ricerca del dialogo che,
unita alla necessaria analisi delle concrete possibilità di intervento
economico e legislativo da parte del governo e delle sue diverse componenti, è
in grado di individuare quelle soluzioni che possono avviare un processo di
distensione”.
L’Assedio Il movimento compie il suo definitivo salto di
qualità. Tra le sue componenti prendono il sopravvento i costumisti, i coristi
e le comparse degli enti lirici (circa 300 mila, tutti in attesa del rinnovo
del contratto) che saccheggiano i magazzini dei loro teatri e allestiscono
un’imponente armata in costume. Una moltitudine impressionante di armigeri
egizi (Aida), guardie pontificie (Tosca), sentinelle cinesi (Turandot), banditi
messicani (Fanciulla del West) e lombardi alla prima crociata marciano su Roma.
Incurante del nugolo di frecce che tempesta i suoi appartamenti e dei tremendi
colpi d’ariete che scuotono le mura, il Capo dello Stato si affaccia alla
finestra e rivolge agli assedianti “un severo monito affinché la legislatura
posa seguire il suo percorso naturale, senza quelle deplorevoli forzature che
impedirebbero ai diversi attori politici e alle parti sociali di stabilire i
provvedimenti necessari, e le tempistiche opportune, per affrontare con la
dovuta serenità le difficili prove che attendono la nostra comunità nazionale”.
Stremati dal discorso, i manifestanti tolgono l’assedio e fanno ritorno alle
loro case. E’ la fine del movimento.
Michele Serra – L’Espresso – 2 gennaio 2014
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