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venerdì 13 dicembre 2013

Lo Sapevate Che: Il Vetro Soffiato...


Francesco
E il libero arbitrio

Ho chiesto al papa chi ha creato il male. Mi  ha risposto: Dio si interessa soltanto del bene, è l’uomo che sbaglia. Perché può scegliere. Ecco allora che tocca alla società frenare la tendenza insita nell’animo umano

Pochi giorni fa ho ricevuto una lettera da Papa Francesco che rispondeva a una mia precedente. Credo di non commettere alcuna indiscrezione se riferisco qui una frase del Santo Padre che mi onora della sua amicizia ancorché sappia della mia posizione di non credente. Nella mia lettera mi permettevo di comunicare al Papa un tema che avrei desiderato approfondire con lui quando avesse “voluto e potuto” incontrarci di nuovo e portare avanti il nostro dialogo. Il tema si riassume in una domanda: chi ha  creato il male?
Sua Santità nella prima parte della sua risposta scrive che anche lui desidererebbe proseguire il nostro dialogo “se la Provvidenza gli darà il tempo libero necessario”. Quanto alla domanda da me posta risponde letteralmente così: “Il tema da lei proposto è molto importante. Dio crea soltanto il bene. Quanto alla sua domanda ne modifico soltanto il verbo: chi ha causato il male? L’uomo dovrebbe seguire il bene ma è libero e può scegliere. Se sceglie il male ne è lui la causa”.
Detto dal Papa, che è il Vicario di Cristo in terra, questa risposta non fa una grinza ma apre un dibattito estremamente interessante. Anche  perché io non credo in Dio e quindi la mia domanda, come Papa Francesco ha certamente capito, non era provocatoria. Se il Papa avesse risposto che non è Dio ad avere creato il male, io avrei dal canto mio obiettato che non credo in Dio ma neppure nel diavolo. L’uomo è libero e libero è stato creato. Quindi il male non può che essere lui, l’uomo, a causarlo.
Sono quindi d’accordo su questo punto con il Papa. La mia domanda infatti voleva appunto proporre un argomento centrale per un nostro eventuale dialogo se ci sarà come vivamente spero, sul male: come e perché è presente nell’animo di tutte le creature umane e che cosa si può fare, che cosa può fare la società, per attenuarne gli effetti e ridurne la quantità e l’intensità. E’ una sorta di missione che riguarda allo stesso modo e con la stessa responsabilità sia i credenti di qualunque religione e in particolare i cristiani che credono soprattutto nell’amore verso il prossimo, sia i non credenti.
Questo E’ Dunque Il Tema e a me sembra affascinante e pieno di implicazioni : religiose, sociali, scientifiche, terapeutiche, legislative e quindi perfino politiche. A mio parere, il male si può raccontare, e infatti è il tema principale della letteratura, dei romanzi, del teatro; nella tragedia si racconta il male, nei romanzi il nucleo portante è il male, il dramma, la trasgressione. Si racconta naturalmente anche il bene, ma in che modo? Come lotta e possibile superamento del male. I due concetti sono strettamente legati tra loro, ma senza l’uno non ci sarebbe neppure l’altro con lo stesso rapporto che passa tra le tenebre e la luce. Bisognerebbe a questo punto definire con esattezza che cosa è il male e che cosa è il bene. L’impresa non è affatto semplice: come mai i concetti di bene e di male non riguardano nessuna delle altre specie viventi?
La risposta è facile. Ovviamente i vegetali, che sono anch’essi esseri viventi, ma anche gli animali, tutti gli animali, non hanno coscienza di sé, non hanno l’io e quindi seguono solo i loro istinti che in realtà sono un unico istinto, quello di sopravvivenza, il quale detta i loro comportamenti concreti. L’uomo è la sola specie vivente che ha coscienza di sé e questo, tra le altre numerose implicazioni, comporta il suo rapporto con gli altri, le regole che disciplinano questo rapporto, le eventuali trasgressioni, la creazione continua di nuove regole, la nascita di concetti come “ideali”, “principi”, “valori”. L’uomo conosce la colpa e ragiona su di essa. E qui probabilmente i religiosi in genere e i cristiani in particolare, differiscono dalle opinioni dei non credenti.
Insomma, carissimo e da me molto amato Papa Francesco, a me sembra importante discutere insieme questi argomenti, sempre che la Provvidenza glielo permetta.

Eugenio Scalfari – L’Espresso 12 dicembre 2013

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