Quando L’Intestino
Decide Come Sta Il Nostro Cervello
Intervista a Scott Gilbert, il biologo che mette in
connessione
batteri e Salute
Mentale
Sono anni che la scienza definisce l’Homo Sapiens come una specie di superorganismo composto da
miliardi di batteri e l’intestino come un secondo cervello dal quale dipende il
nostro benessere, e non solo fisico. Nuovi studi che partono da quest’ipotesi
metterebbero ora in evidenza correlazioni più concrete tra i batteri
intestinali e la salute della mente. Tra gli ultimi, ci sono quelli firmati e
appena pubblicati sulla rivista Cell dal
biologo americano Scott Gilbert, della Swarthmore University in Pennylvania,
insieme alla ricercatrice Rochellys Diaz Heijtz del Karolinska Unstitutet di Stoccolma.
“E’ ormai certo che esiste una correlazione tra flora intestinale, elaborazione
dello stress da parte del cervello e altre modalità comportamentali” dice
Gilbert.
Ma come fanno i batteri dell’intestino a interagire con il
cervello? “Questo è esattamente l’oggetto dei nostri studi. Sicuramente
possiamo già dire che alcuni neurotrasmettitori giocano un ruolo fondamentale.
Soprattutto serotonina, dopamina e noradrenalina, che vengono prodotti nei
batteri intestinali e immessi nel sangue. Stiamo inoltre scoprendo effetti sul
sistema nervoso della digestione dei carboidrati complessi nel duodeno”.
Stati di disagio psicologico, ansia, depressione, tono
dell’umore basso, possono dunque essere correlati con una flora intestinale “cattiva”?
“Assolutamente sì. E perfino disfunzioni cerebrali come autismo e schizofrenia.
I nostri studi sono proprio partiti dall’analisi delle flore batteriche di
bambini autistici, in cui abbiamo scoperto i rarissimi batteri della
Sutterella”.
Gli ultimi esperimenti sono ancora più concreti. Cavie nate e
cresciute in ambienti sterili sottoposte a situazioni di stress reagiscono con
molta più difficoltà di cavie nate e cresciute con una normale flora batterica.
Altra scoperta: se i batteri vengono somministrati alle cavie
adulte, queste continuano ad avere disfunzioni cerebrali. Perché? “E’ ormai
chiaro che l’uomo, per avere un normale sviluppo cerebrale, ha bisogno di
nascere e crescere con l’intestino popolato di microorganismi”. L’evoluzione
insomma ha programmato lo sviluppo del cervello legandolo a doppio filo con la
flora intestinale. Adesso non resta che cercare di capire in che modo intestino
e cervello collaborano. “Penso che potremmo trovare la risposta nel nervo vago”
dice Gilbert, “quello che parte dall’encefalo ed è preposto alla produzione
dell’acido gastrico e a regolare i movimenti compiuti dallo stomaco e
dall’intestino durante la digestione”
Se i batteri sono parte integrante delle nostre esperienze
cerebrali, la psichiatra si troverebbe all’alba di una rivoluzione. Lo conferma
su Cell il collega Paul Patterson del
California Institute of Technology. “Benvenuti nel nuovo mondo dei farmaci
“batterici”.
Simone Porrovecchio – Venerdì di Repubblica – 20 Gennaio 2013
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