Tares Sucac luc
Roba da logopedisti
Il governo ha fatto il
punto sulla seconda rata Imu.
Gli esperti dicono con
orgoglio in un comunicato che così si ricalca il celebre paradosso di Ermenide:
la sola soluzione è davvero possibile
Il governo ha fatto il punto sulla seconda rata dell’Imu: è
da versare solo in quei Comuni nei quali la prima rata avrebbe dovuto essere
versata, ma non lo è stata in previsione del versamento della seconda. Gli
esperti dei ministri economici, in un comunicato congiunto, sottolineano con
orgoglio che “la soluzione raggiunta ricalca il celebre “paradosso di
Ermenide”, uno dei grandi enigmi logici dell’antichità, la cui sola soluzione
possibile è che nessuna soluzione è davvero possibile”.
TARES E’ stata in vigore solo per un paio
di giorni, verso la metà di ottobre, per poi essere tempestivamente sostituita
dalla Tarsi. Purtroppo alcuni contribuenti particolarmente zelanti avevano già
provveduto a pagarla, nonostante i due giorni in cui la Tarsi ha avuto corso effettivo
fossero un sabato e una domenica. Si può ottenere il rimborso della Tares solo
nei Comuni che comincino per M, P, S e T. In tutti gli altri Comuni non è
previsto rimborso, ma un colloquio con uno psicologo che ha il compito da un
lato di consolare il contribuente dei soldi perduti, dall’altro di
rimproverarlo per la sua frettolosa scelta di pagare un tributo senza chiedersi
se, di lì a poco, sarebbe stato ancora in vigore.
BARES Si tratta sempre della Tares, però
pubblicata su alcune copie della “Gazzetta Ufficiale” con un refuso. Quando è
stato deciso di abolire la Tares, nessuno si è ricordato della svista e la
Bares è dunque rimasta in vigore. Bisogna pagarla entro martedì prossimo,
raddoppiata nei Comuni che non hanno promulgato entro martedì prossimo,
raddoppiata nei Comuni che non hanno promulgato entro lo scorso giugno una
apposita delibera contro il raddoppio dei tributi.
TAVASCADORBUAL E’ l’acronimo di Tassa sul Valore
Aggiunto dei Servizi Comunali per Aventi Diritto Oppure Richiedenti sulla Base
di Ulteriori Accertamenti di Legge. E’ un balzello che ha provocato molte
discussioni interne alla maggioranza. Pro e contro la Tavascadorbual si sono
pronunciati, con l’aiuto di un logopedista, gli
esponenti di tutti i partiti. Il calcolo del tributo è di particolare
difficoltà, perché a formare la cifra finale contribuiscono parecchie variabili
locali e nazionali, tra le quali la temperatura media annuale nel Comune di
residenza. Spetta comunque al contribuente, in circa due giorni di lavoro, individuare
la cifra, sottoporla all’Ufficio dei Tributi che la triplica, fare ricorso per
poterla ridurre a un terzo e infine, tornati alla cifra di partenza, pagarla.
SIR La Sir sta avendo molto successo tra
i contribuenti, specie tra i praticanti del gioco d’azzardo e gli affetti da
ludopatia. Significa “Se Indovini ti Rimborso”: chi riesce a indicare con
esattezza la cifra dovuta viene rimborsato pochi secondi dopo il pagamento.
Nella media, solo un italiano ogni 150 mila riesce a calcolare con esattezza quanto
speciale talento verrà finalmente premiato.
SUCAC E’ l’acronimo di “Segnando Una Cifra
A Caso”. Si calcola segnando una cifra a caso su un foglio in carta semplice e
recandosi al più vicino sportello Equitalia per regolare il pagamento. La Sucac
ha avuto interessanti ricadute sulla psicologia sociale: c’è chi, per vantarsi,
segna sul foglio una cifra pari a centinaia di migliaia di euro, sperando di incontrare in ascensore
i vicini di casa e dirgli: “Ma lei lo sa che la mia Sucac è almeno cento volte
più alta della sua?”. Altri contribuenti applicano a se stessi una Sucac molto
esosa per fomentare il loro odio nei confronti dello Stato. Prevale comunque la
tendenza a calcolare una Sucac da uno o due centesimi, e di andarla a pagare in
taxi, vestiti in modo molto ricercato, in segno di sfregio nei confronti del
fisco.
IUC Prende il posto della Tuc, che
deriva dalla Puc, che è una variante della Ruc, che ha sostituito la Muc, che
rimpiazza la Bue, che succede alla Cuc, che si ispira alla Guc, che al mercato
mio padre comproooooooo.
Michele Serra – L’Espresso – 12 dicembre 2013
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