Finalmente arrivano i giovani! E noi vecchi? Niente paura,
c’è posto anche per noi. Ho provato un senso di commozione, una capacità di
respirare meglio, quando ho visto i nomi e le facce della nuova segreteria del
Partito Democratico. Sette donne, cinque uomini, età media 36 anni, a me
sconosciuti, scelti subito dal nuovo responsabile del PD Matteo Renzi, 38 anni,
che è piaciuto a chi l’ha votato per quella carica di entusiasmo e fiducia,
senso del futuro e passione, e persino educazione, che è riuscita a smuovere le
nostre delusioni e la nostra pigrizia.
Non tutti i giovani ovviamente sono uguali, neppure in
politica: ci sono i giovanottini azzimati e le ragazze dai tacchi a spillo di
Forza Italia, totalmente sedotti dal vecchio Berlusconi, ci sono i giovani
affascinanti dalle parolacce di Grillo, che a loro volta riempiono blog e
twitter di insulti, come se la volgarità potesse risolvere i problemi del
paese. Allora io mi affido davvero, con speranza, ai tanti giovani la cui
ambizione non è rivolta a sé ma agli altri: che non vogliono solo attirare
l’attenzione su di sé parlando di sputi di escrementi, ma che finalmente dicono
cose come ai vecchi tempi, senza furore ma con convinzione, per il loro significato,
senza voler divertire, o offendere, ma solo far capire e risvegliare.
Penso per esempio, al di là della politica, a quella bella
ragazza di Vibo Valentia, Maria Giovanna Pietropaolo, 25 anni, che è stata la
prima italiana a vincere uno dei premi internazionali più prestigiosi, l’Henry
Dunant, dal nome di chi nel 1863 fondò la Croce Rossa e che nel 1901 fu il
primo vincitore del Premio Nobel per la Pace. La ragazza calabrese, laureata a
Firenze in diritto internazionale, cattolica praticante, lavora a Ginevra
presso la Croce Rossa e si occupa di diritti umani in eventi tragici come le
catastrofi naturali, le guerre, i genocidi, l’immigrazione di massa: non di
soccorso medico, certo prioritario, ma di assistenza legale individuale, molto
importante in situazioni di caos e violenza. Maria Giovanna lavora a Ginevra
perché solo lì ha potuto realizzare il suo sogno di aiutare i più sfortunati
attraverso una grande organizzazione
internazionale come la Croce Rossa, e mi ha detto: “Qui lavorano tanti
italiani e tutti ci sentiamo cittadini del mondo, ma saremmo felici di aver la
possibilità di fare la nostra parte anche nel nostro paese”. Ecco, può darsi
che le cose anche in Italia cambino davvero, e che Maria Giovanna e tanti altri
italiani all’estero possano trovare le ragioni per tornare in patria. Qui
intanto, bisognerebbe smettere di brontolare, lamentarsi e ingiuriare e
cominciare a impegnarsi personalmente, fare insomma, perché questo momento di
cambiamento non venga soffocato e annullato.
Impegnarci anche noi vecchi? Certo: per esempio sostenendo
questi nuovi giovani impazienti e pronti ad affrontare le difficoltà grandi che
li aspettano, in questa Italia immusonita e invecchiata. Con la speranza che
altri vecchi, quelli che si sentono defraudati dal potere, non li ostacolino,
non gli facciano la guerra, preferendo il caos che non hanno saputo gestire al
ritorno alla normalità, alla serenità alla speranza. Sarà forse per
ricompensarli dei fastidi dell’età, che da un po’ di tempo, gli anziani sono
molto di moda, almeno al cinema, e persino nell’arte contemporanea. Così
all’ultima Biennale d’Arte veneziana hanno ricevuto il premio alla carriera due
grandi artiste, l’italiana Marisa Lassnig, 94 anni. Sempre a Venezia, alla
Mostra del Cinema hanno premiato l’italiana Elena Cotta, 82 anni, di Via Castellana Bandiera, regia di Emma
Dante, al festival di Cannes come migliore attore l’americano Bruce Dern, 77
anni, di Nebraska, regia di Alexander Payne. Potrebbe vincere l’Oscar l’inglese
Judi Dench, 79 anni, meravigliosa protagonista di Philomena di Frears, mentre Hollywood continua a riciclare le sue
star, invecchiate, per questo nuovo cinepubblico di coetanei pieni di curiosità
e di vita: vedi Last Végas, nelle
nostre sale in questi giorni, dove quattro ex-giovani tuttora affascinanti,
Morgan Freeman, 76 anni, Robert De Niro, 70 anni, Michal Douglas, 69 anni,
Kevin Kline, 67 anni si divertono come ragazzini al matrimonio di chi tra loro
era ancora scapolo.
Natalia Aspesi – Donna di Repubblica – 21 dicembre 2013
Nessun commento:
Posta un commento