La strage è impunita.
Ma nonni, per favore non ditelo ai bambini
Uno dei motivi per cui
i ragazzini non sopportano i nonni, in questi gironi di prefeste natalizie, è
perché i nonni fanno sempre delle domande sulle date. “Sentiamo, sentiamo…Cosa successe
il XX settembre? E il 4 novembre?
Cosa si festeggia il 25 Aprile?” E i nipotini fanno: “Boh…” e
vanno a giocare alla PlayStation. Tra le date che sono scolpite nei nostri
Annali c’è anche quella, giusto ieri, del “12 dicembre”, che dice molto alle
persone che hanno più di cinquant’’anni, meno a quelli che ne hanno 40, e lascia
davvero inerti i ragazzini. Ma se davvero un ragazzino vuol far piacere al
nonno e va a documentarsi online, scopre che la data + associata a una certa
“strage di Piazza Fontana” avvenuta nel dicembre 1969, che Wikipedia
giustamente mette insieme alle altre stragi famose: Bologna, Brescia, Ustica,
Capaci, Duisburg, fino alle ultime, Lampedusa, Prato (incredibile la velocità
dell’algoritmo di Google nel certificare le stragi ancora fresche)- Scopre poi
che sul “12 dicembre” sono stati scritti centinaia di libri e si sono svolte
indagini durate la bellezza di 43 anni, con decine di processi, centinaia di
imputati, senza che nessun colpevole sia mai stato condannato. Di certificato,
di fatto, rimane solo che – effettivamente – il 12 dicembre della seconda metà
del secolo scorso, a causa di una bomba posta in una valigetta sotto un tavolo
del salone della Banca Nazionale dell’Agricoltura, nel centro di Milano,
diciassette persone vennero uccise e 15° ferite. Sempre Google ci informa però
che alla “strage di piazza Fontana” sono associati spesso altri termini, quali
“Strage di Stato, “strage impunita”, “segreto di Stato”, “innocenza perduta”,
“servizi segreti deviati”, “strategia della tensione”, “stragismo”,
“eversione”, “depistaggio”, “terrorismo”, “poteri occulti” che da quarant’anni
sono diventati vocaboli ed espressioni molto comuni nelle conversazioni
quotidiane, così come nel gergo politico; la bomba ha avuto il suo massimo effetto
nel nostro linguaggio, così pieno di paura e sudditanza. Siccome sarà normale,
anche quest’anno apprendere da qualche scandalizzata statistica che i ragazzi
italiani di oggi attribuiscono la strage agli autori più disparati. Dalle
Brigate Rosse ad Osama bin Laden; sentite questa Alla fatidica domanda del
nonno, il quattordicenne risponde: “L’attentato fu organizzato da cellule
neofasciste, protette da membri di servizi segreti e da una parte del blocco
conservatore al potere. Lo scopo era quello di seminare il terrore, incolpare
la sinistra e, sulla scorta dell’emergenza, limitare le libertà costituzionali
in Italia”. Il nonno lo guarda soddisfatto, e il ragazzino continua: “Seppure
con altre forme, quella strategia è continuata. Si è infatti appurato che in
Italia – perlomeno tra il 2006 e il 2013
è stato fortemente limitato il diritto di voto degli italiani, allo
scopo di eleggere parlamentari in realtà illegittimi, che hanno formato
maggioranze illegittime e governi illegittimi”. Al che il nonno s’innervosisce:
“Ma chi te le insegna ‘ste cose?”.
Enrico Deaglio – Venerdì di Repubblica – 13 dicembre 2013
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