Parigi brucia nell’anno 1793. Le strade sono zeppe di
contadini e borghesi assetati di vendetta contro la nobiltà e il re, che li
hanno ridotti alla fame. La ghigliottina fa bella mostra di sé nelle piazze,
pronta alla prossima esecuzione politica. E nel bel mezzo del caos un eroe,
Arno Dorian, è coinvolto nella lotta scatenata dal vuoto potere, tra l’ordine
del Templari e la setta degli Assassini.
No, non è un documentario storico: è la Rivoluzione francese rivisitata con “Assassin’s
Creed Unity”, settima puntata della serie di videogame da 77 milioni di copie
vendute avviata nel 2007, che nei capitoli precedenti ha già esplorato la
Gerusalemme delle Crociate, la Firenze e la Venezia del Rinascimento, la Boston
della Rivoluzione americana. Raccontata con una precisione e una documentazione
tale da farne uno dei “libri di storia” più influenti per una generazione di
giovani di tutto il mondo. L’influenza è destinata a crescere ora che la saga
sta per diventare un film con Michael Fassbender. La pellicola, in arrivo tra
qualche mese, racconta di un barista rapito da una multinazionale e costretto
ad usare una macchina, l’Animus, con cui si può viaggiare indietro nel tempo
attraverso la memoria dei propri antenati, allo scopo di recuperare alcuni
manufatti preziosi. Un MacGuffin, per dirla alla Hitchcock, cioè un espediente
che permette agli sceneggiatori di esplorare qualsiasi epoca (la Spagna
dell’Inquisizione dovrebbe essere tra queste). A spingere sulla strada degli
adattamenti non è solo il gigante francese Ubisoft, che infatti ha in programma
un altro film tratto da uno dei suoi giochi di punta, “Splimter Cell”, sul
superagente segreto Sam Fisher che dovrebbe essere interpretato da Tom Hardy,
ma tutta Holliwood, che vuole applicare ai videogame la ricetta usata per i
fumetti, fino a ieri considerati letteratura minore e oggi diventati fenomeno
ultrapop al centro dei più costi blockbuster. Il motivo sta nel fatto che, pur
se i relativi budget sono cresciuti a dismisura, i videogiochi ormai incassano
cifre stratosferiche (l’anno scorso “Grand Theft Auto V” ad esempio ha superato
i due miliardi di dollari)e che il pubblico del cinema e della playstation
spesso coincide per età ed interessi.
Marco Consoli – L’Espresso – 19 febbraio 2015 -
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