Nelle tragedie dell’antica Grecia l’eroe era al tempo stesso
colpevole e innocente. Si pensi ad Edipo, che uccide il padre e sposa la madre.
Ha commesso due orribili crimini, parricidio ed incesto, e in quanto tale è
colpevole. Ma ha agito inconsapevolmente. Non è forse anche innocente? Nella
stessa situazione si trova oggi il popolo greco, di fronte alla tragedia
economica. Da un lato è colpevole. Colpevole di aver vissuto per anni al di
sopra delle proprie possibilità, per di più mentendo al mondo intero sulla
reale situazione delle proprie finanze. Una volta ricalcolato correttamente il
deficit di bilancio del governo greco nel 2009 era 16% del Prodotto interno
lordo. La cosiddetta austerity, ovvero il taglio della spesa pubblica, non è
una necessità, il frutto inevitabile di una colpa. Il popolo greco è anche
colpevole di aver dilapidato una fortuna nelle Olimpiadi del 2004 (Renzi
pensaci finché sei in tempo)e in spese improduttive e clientelari. Infine il
popolo greco è colpevole di aver votato per anni due partiti, uno più corrotto
dell’altro: vivevano di clientelismo finanziato dalla spesa pubblica e di
favori fatti ai potenti oligarchi, che controllano quel poco di economia
privata che funziona, e ai capi sindacali, che controllano il resto. Ma allora
hanno ragione i tedeschi che sostengono che la Grecia deve pagare per le sue
colpe? (..). Il Vero Problema della Grecia rimane la bilancia dei
pagamenti. Per lunghi anni il paese il
paese ha importato più di quello che ha esportato. Negli ultimi anni si è
avvicinata al pareggio, ma lo ha fatto solo grazie ad un crollo delle
importazioni: la contrazione del reddito interno ha ridotto i consumi e
soprattutto i consumi di beni esteri. Purtroppo le esportazioni non sono
cresciute. Una ripresa del reddito, quindi, porterebbe inevitabilmente un
deficit della bilancia commerciale difficilmente sostenibile. Per risolvere
questo problema non c’è che una svalutazione. Ma finché la Grecia rimane
nell’euro non ha questa possibilità. Il nuovo governo greco capeggiato da
Syriza vorrebbe una ripresa dei consumi in Grecia senza un’uscita dalla Grecia
dall’euro. A meno di un drammatico cambio della competitività della Grecia, i
due obiettivi sembrano incompatibili. Prima o poi Syriza dovrà cedere su uno
dei due. E’ più facile che ceda sul secondo. Nelle tragedie di Euripide,
l’ultimo degli autori classici, venne introdotto il “deus ex macchina”, ovvero
un personaggio divino calato sulla scena mediante una macchina teatrale per
risolvere la situazione quando l’azione era tale che i personaggi non avevano
più vie d’uscita. Anche l’odierna tragedia greca ha un disperato bisogno di un
deus ex machina. Senza di esso, un’uscita della Grecia dall’euro sembra
inevitabile, anche contro la volontà del popolo greco, che a stragrande
maggioranza vuole rimanere nella moneta comune. Senza un deus ex machina a
rimetterci saremo anche noi spettatori.
Luigi Zingales – Libero mercato – 19 febbraio 2015 -
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