I bambini, lo confermano anche i sondaggi, sognano di
diventare piloti, dottori o astronauti. E però, se volessero guadagnare somme
davvero stellari, dovrebbero puntare su un lavoro meno trendy ma assai più
redditizio: quello di segretario generale della Coldiretti, l’associazione che
raggruppa oltre un milione e mezzo di agricoltori italiani. E’ improbabile che
Vincenzo Gesmundo, oggi sessantenne, desiderasse con ardore la sua poltrona fin
da quando portava i calzoni corti. Ma spulciando i dati dell’Inps siamo certi
che non abbia rimpianti: solo negli ultimi 11 anni la Coldiretti gli ha infatti
versato (tra stipendi lordi, bonus e oneri contributivi) oltre 10 milioni di
euro. Nell’Italia della crisi, dove tutti tagliano tutto e gli agricoltori
fanno la fame, è un record invidiabile. Non è tutto. Il sito specializzato
Agricolae qualche giorno fa ha segnalato che Gesmundo, laureato in filosofia,
assunto nel 1982 e diventato uno dei ras della potente associazione di Palazzo
Rospigliosi, per il periodo gennaio-settembre 2014 avrebbe ricevuto una
retribuzione-monstre da 1,8 milioni. Ne è nato un putiferio. Il giovane
presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, prima ha smentito la notizia
parlando “di dati clamorosamente falsi”. Poi ha spiegato al “Fatto” che la
somma contiene il Tfr, visto che Gesmundo “è passato da un contratto a tempo
indeterminato a uno a tempo determinato”. Grazie ai dati ufficiali Inps
sappiamo ora che chi sbaglia è il vertice della Coldiretti. “Il trattamento di
fine rapporto è indicato dall’Inps su altre tabelle” ci spiega un avvocato
dell’istituto previdenziale. “Gli 1,8 milioni riguardano solo la retribuzione
lorda, non ci piove. L’eventuale Tfr è in un’altra voce, a parte” Una voce che
il segretario ha ovviamente incassato: ammonta ad ulteriori 205 mila euro che –
sommati alla “retribuzione” – nel 2014 portano le sue entrate a oltre due
milioni di euro. (..). Dopo aver incassato il tesoretto il segretario generale
non è neanche andato ai giardinetti, ma ha firmato un nuovo contratto a tempo
determinato. “Il compenso annuale ammonta a 224 mila euro netti”, spiega ancora
nella missiva interna Moncalvo, tralasciando di ricordare che il lordo
raddoppia la cifra. “Non ci è stato quindi alcun aumento, semmai una riduzione”.
Sarà. E’ un fatto però che l’ex filosofo che ha abbracciato la causa contadina
ha goduto di stipendi da urlo per lustri: dai 679 mila euro del 2002 agli 1,1
milioni del 2003, dai 74° mila euro del 2010 agli 1,2 milioni del 2013, una
somma dieci volte più alta di quanto guadagnato nello stesso periodo dal suo
omologo nella Cia, l’altra grande confederazione dei coltivatori italiani.
Analizzando i dati del ministero dell’Agricoltura, Coldiretti
ha girato al segretario quasi la metà dei circa 4,7 milioni di rimborsi pubblici
spettanti sulla carta ai suoi Caa, i Centri di assistenza agricola.
“Coldiretti, forza amica del Paese”, dice lo slogan. Di sicuro è amica, e
molto, dei suoi dirigenti.
Emiliano Fittipaldi –L’Espresso –
5 febbraio 2015 -
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